I contratti sui vaccini da parte
della Commissione europea sono stati fatti molto prima che gli
stessi vaccini venissero approvati dall'EMA, se una delle
aziende ha avuto dei problemi di produzione è più che
giustificato. Lo ha detto Massimo Scaccabarozzi, Presidente di
Farmindustria, nel corso dell'incontro 'Zoom-Covid', promosso
dai giornalisti di Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica
di Informazione).
"Questi contratti - ha precisato Scaccabarozzi - non sono
stati d'acquisto ma di 'prenotazione', in quanto al momento non
esisteva alcun vaccino approvato dall'Ema, firmati prima ancora
di sapere se quei vaccini sarebbero arrivati alla fine del
processo di ricerca". Per il presidente di Farmindustria,
"quindi sarebbe stato assurdo pensare di avere un planning già
fatto a maggio o a giugno, prima che i vaccini fossero stati
approvati".
"E non si può dire - ha continuato Scaccabarozzi - che i
contratti siano stati onerosi, perché alcuni di essi sono stati
venduti a 'non profit' (rientrando solo dei costi di produzione,
ndr) nell'ordine di pochi euro perché le aziende hanno detto che
in quella fase non volevano fare profitto sulla pandemia. Ora,
siccome per produrre un vaccino se le macchine sono pronte ci
vogliono sei mesi, se tutte le aziende avessero aspettato il
giorno dell'approvazione dell'Ema noi oggi avremmo avuto i
vaccini non a fine dicembre ma a luglio".
Secondo il presidente di Farmindustria, sull'affare vaccini
"c'è stata una grande disinformazione: tutti vogliamo essere
vaccinati però abbiamo bisogno di trasmettere un messaggio di
fiducia. Invece si sono sempre evidenziati solo i problemi:
prima non c'erano vaccini, poi c'erano ma il problema era la
temperatura, poi la distribuzione, poi ancora le forniture. Io
credo che bisogna raccontare anche la storia bella: sono
arrivati i vaccini molto in anticipo, per fortuna ci sono e per
fortuna sembrano funzionare".
"Se un'azienda ha avuto ritardi, ciò è dovuto che al momento
della firma dei contratti di prenotazione - ha concluso
Scaccabarozzi - non si poteva sapere quale fosse la resa di un
bioreattore nuovo per un vaccino anch'esso nuovo. Magari si
pensava che rendesse 10 mila litri e invece ne rendeva 4000. E
dire che tutta l'industria non ha rispettato i tempi non è
giusto perché se c'è stata un'azienda che ha avuto problemi ci
sono state anche altre aziende che stanno dando più dosi di
quelle previste".
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