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Lamborghini ricrea il mito, ecco Countach LPI 800-4

Lamborghini ricrea il mito, ecco Countach LPI 800-4

Omaggio all'auto che 50 anni fa impressionò il mondo

SANT'AGATA BOLOGNESE, 13 dicembre 2021, 10:54

Francesco Fabbri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Quando ho iniziato a tratteggiare le prime linee della nuova Countach, mio figlio di 8 anni ha immediatamente capito che si trattava di una Lamborghini. Era la strada giusta". A raccontare questo aneddoto è Mitja Borkert, direttore del centro di stile di Automobili Lamborghini, nel corso di una giornata negli stabilimenti della Casa del Toro di Sant'Agata Bolognese. Rimettere le mani su un mito, la prima Countach, che vide la luce proprio 50 anni fa, era una sfida da far tremare i polsi e la matita.
    Quando nel 1971 Ferruccio Lamborghini portò questa vettura dalle linee avveniristiche al Salone di Ginevra, era soltanto un prototipo destinato a rimanere tale. L'accoglienza fu però così calorosa che il fondatore della Casa decise, seduta stante, di mandarla in produzione. "Fu una sfida pazzesca - raccontano oggi sorridendo in Lamborghini - perchè quella vettura era sì marciante ma, appunto, un prototipo. Con tutti i limiti che una concept porta con sé".
  

  Bisogna tornare con la mente e con il cuore a quell'epoca, quando la costruzione delle auto era davvero a livello artigianale. E, soprattutto, ogni vettura era differente dall'altra. Ecco, per disegnare la Countach LPI 800-4 di oggi, a Sant'Agata hanno deciso di partire proprio da lì. Da quella macchina di Ginevra. Peccato non esista più, distrutta nei test di omologazione. Per tornare all'originale, è stato svolto davvero un lavoro di archeologia motoristica. Sono stati ripescati disegni, tavole e progetti del secolo scorso. Poi, si è iniziato a scansionare millimetro per millimetro la seconda vettura uscita dalla fabbrica, che pur dalla prima differiva in più di qualche particolare. Il telaio ad esempio. Ma anche nella trasmissione, e in mille altri dettagli. Abbiamo provato anche noi, durante la visita a effettuare la scansione. Un lavoro entusiasmante, in un'officina che somiglia a un parco giochi per chi è appassionato, con tecnici altamente specializzati che coccolano la vettura come fosse viva.
    Per ricostruire la storia, sono stati interpellati anche i meccanici che assemblarono quelle auto epocali. Perché costruire in maniera artigianale, ancorché ad altissimo livello, significava anche adattarsi ai materiali a disposizione in quel momento. Quindi sotto quella carrozzeria che spezzava l'aria e il fiato, magari, si utilizzavano tubolari di sezione lievemente differente, o soluzioni tecniche ogni volta peculiari. Alla fine di un processo lungo quanto entusiasmante, è rinata la prima Lamborghini Countach, esattamente identica in ogni dettaglio a quella che da Ginevra stupì il mondo.
    Mitja Borkert, ben cosciente dell'impresa che Lamborghini gli aveva affidato, ha deciso di ripartire proprio da lì, dall'artigianato. Dal disegno della LPI 800-4 - la tratteggia velocissimo sotto i nostri occhi, perfetta, chiacchierando, con una semplicità disarmante - ne è stato realizzato un modello in 3D, perfezionato a mano con una pasta morbida, una specie di pongo, fino a che il disegno non ha preso corpo ed è diventato quanto immaginato da Borkert. Un'opera d'arte più che un'auto, realizzata in 112 esemplari già tutti venduti, è mossa da un motore ibrido V12 unito al motore elettrico da 48 V alimentato con un supercondensatore per una potenza complessiva di 800 cavalli.
    La velocità massima di 355 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,8 secondi fanno quasi da cornice, quando si rende omaggio a un mito. 

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