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Il Treno della Memoria, compie 18 anni il pellegrinaggio laico ad Auschwitz

Il Treno della Memoria, compie 18 anni il pellegrinaggio laico ad Auschwitz

Oltre 60mila tra studenti, insegnanti e cittadini in questi anni. I testimoni li formano prima di partire

27 gennaio 2023, 15:42

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

@ Associazione Il Treno della Memoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

@ Associazione Il Treno della Memoria - RIPRODUZIONE RISERVATA
@ Associazione Il Treno della Memoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si parla sempre di non dimenticare, di amare e teneri cari i testimoni oculari della soluzione finale, ormai sempre meno per ragioni anagrafiche. E si dice sempre che una delle cose che potrebbero metterci in guardia dal ripetere gli orrori di quegli anni è l'educazione culturale all'accoglienza, alla convivenza e non all'odio e alla divisione. Da 18 anni c'è qualcosa di concreto che fa tutto questo: un laboratorio che cambia le persone per sempre. E' il Treno della Memoria, quella sorta di pellegrinaggio laico che in questi anni ha portato oltre 60mila tra studenti, insegnanti e di recente anche cittadini con la voglia di toccare con mano, di sfiorare quei resti e tornare in Italia cambiati per sempre, empatizzando e provando a  comprendere al di là dei dati storici, cosa ha significato davvero la deportazione. Circa 600 partecipanti partono oggi dalla Puglia, in quello che toccando Cracovia, Berlino e Auschwitz-Birkenau sarà uno dei tanti viaggi realizzati dall'associazione nazionale Treno della memoria. Continua a chiamarsi treno, che era il mezzo usato i primi anni mentre ora i viaggi si fanno in pullman.
 



"Niente di turistico - dice all'ANSA Paolo Paticchio, 36 anni presidente dell'Associazione Nazionale Treno della Memoria - le persone coinvolte prima partecipano a vari incontri di formazione e poi partono e anche durante il viaggio ci si immerge completamente in quel terribile passato, anche con esperienze 'teatralizzate' e immersive". Chi è andato una volta molto spesso ci torna anche perchè il Treno della Memoria è diventato nel tempo una sorta di pellegrinaggio laico. Lo stesso Paticchio ha una storia speciale: "ho partecipato da ragazzo alla prima edizione del progetto che è nato dall'associazione Terra del Fuoco in Piemonte. C'era una delegazione di 50 studenti salentini grazie alla Provincia di Lecce e tra loro c'ero io, che facevo il quinto superiore. L'esperienza è stata travolgente e ha messo in discussione molte mie scelte: avevo fatto la preiscrizione all'università di Bologna ma ho deciso di restare nel mio territorio e fondare un'associazione, Terra del Fuoco Mediterranea, per poter permettere ad altri giovani di fare l'esperienza del viaggio del Treno della Memoria in collaborazione con le realtà piemontesi. Il progetto negli anni è cresciuto anno dopo anno al punto da decidere di far evolvere quella che era una collaborazione tra associazioni al punto da far nascere un'associazione nazionale, Treno della Memoria appunto, che dall'anno della sua nascita mi ha visto impegnato come presidente nazionale.



"Le cose con gli anni sono cambiate: i testimoni diretti sono sempre meno purtroppo, in vita ci sono ormai quasi solo sopravvissuti che all'epoca erano bambini, ma sono in là con gli anni e queste esperienze li provano molto fisicamente e psicologicamente, così continuano ad essere testimoni viventi, portatori di emozioni, ma partecipano in Italia agli incontri propedeutici oltre che alla manifestazione che facciamo a Trento ormai da tre anni, Living Memory, il primo festival della memoria. Quest'anno sul palco 7 testimoni diretti raccontano le loro preziose memorie: Oleg Mandic, l’ultimo bambino a chiudere i cancelli del campo di concentramento dietro di sé alla liberazione; Edith Bruck, sopravvissuta, che attraverso la letteratura ha trovato il modo di raccontare la quotidianità dell’orrore vissuto; Liliana Manfredi, l’unica sopravvissuta alla strage della Bettola (Reggio Emilia) che un miracolo ha voluto non solo salva dalle pallottole e dal fuoco, ma anche risparmiata da un soldato nazista; Halina Birenbaum e Bogdan Bartnikowsky, sopravvissuti ai campi di sterminio che oggi sono incessanti testimoni per i giovani; Regina Sluszny, una dei “bambini nascosti” da famiglie non ebree per salvarli dai rastrellamenti; la roveretana, centenaria staffetta partigiana Tosca Giordani a raccontare i ruolo femminile nella Resistenza.
L'itinerario
Innanzitutto Cracovia, meta simbolica non solo per la sua vicinanza al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau ma anche perché la città ha conosciuto l’occupazione tedesca e la sua popolazione ebraica, più di 15.000 persone, è stata quasi interamente sterminata dai nazisti. I partecipanti visitano il Ghetto Ebraico, il Quartiere ebraico di Kazimierz con la sua sinagoga, la Fabbrica di Schindler, il Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau e il Museo di Auschwitz, che è partner del progetto. Dopo le riuscite sperimentazioni del passato, è diventata tappa fissa Berlino: si visitano i luoghi simbolo della città e del suo passato nazista: il Campo di Concentramento di Ravensbruck, Il Memoriale Sovietico di Treptower Park e il Memoriale dell’Armata Rossa.
Nel 2023 sono previste dieci partenze (dall' 11 gennaio al 5 marzo 2023) da Puglia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Sicilia Lombardia, Calabria, Campania, Umbria, Lazio, Liguria e Toscana. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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