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L'abito formale da uomo 'costretto' ad aggiornarsi, il nuovo è tra relax e leggerezza

L'abito formale da uomo 'costretto' ad aggiornarsi, il nuovo è tra relax e leggerezza

A Pitti uomo, effortless attitude con completi 'senza peso' e camicie over

FIRENZE, 29 giugno 2021, 13:23

di Beatrice Campani

ANSACheck

Kiton - RIPRODUZIONE RISERVATA

Kiton - RIPRODUZIONE RISERVATA
Kiton - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Dimentichiamo i completi impostati e ingessati, perché le nuove collezioni per la primavera-estate 2022 in mostra a Pitti Uomo alla Fortezza da Basso) guardano soprattutto al comfort per uno stile che potremmo definire contemporaneo rilassato. I volumi di completi e spezzati si fanno morbidi (soprattutto nei pantaloni), le camicie prendono sembianze delle morbide polo o si ispirano a quelle hawaiane, la maglieria è ultra-leggera. Vogliamo definire in una parola questo nuovo modo di vestire? Come spesso accade c'è una terminologia anglosassone: 'effortless attitude', classico, ma senza sforzo, non troppo impostato. Non si tratta di ibridazioni sportive, ma dell'evoluzione di un classico che parla a un nuovo consumatore. Ora vediamo come.
    Il piacere del vestire elegante parte sempre dall'abito: il completo, però viene reinventato in modo fresco e decostruito come propone Brunello Cucinelli. Restano sempre di tendenza gli spezzati, che aggiungono versatilità: con un tocco sono capaci di trasformare un elemento formale in un impeccabile outfit per tutti i giorni. I blazer hanno silhouette comode, e anche i pantaloni hanno volumi morbidi. Il comfort la fa da padrone, anche da Stefano Ricci, iconica azienda del classico italiano, che include pure molte tute in collezione: tributo a Michelangelo, esalta i toni chiari per blouson leggerissimi, camicie in cotone e lino, morbidi jeans in denim giapponese.

    L'eccellenza manifatturiera 100% made in Italy si esprime nella sottrazione e non nell'addizione anche da Kiton: c'è l'abito senza peso, sempre impeccabile, e il doppiopetto in seta lavata, prezioso tessuto rieditato dagli archivi di 30 anni fa, quasi incorporeo (la giacca pesa poco più di una camicia). I pantaloni, a prima vista formali, hanno elastico o coulisse in vita.
    C'è poi un capitolo a parte per la camicia, che nella versione più fittata prende le sembianze di una polo, mentre quella button down trae ispirazione dai modelli d'oltreoceano degli anni '70/'80, prediligendo vestibilità oversize.
    Protagoniste le microfantasie: bastoncini, quadri e falsi uniti (Alessandro Gherardi). Tornano anche le camicie hawaiane, proprio come quelle dell'indimenticabile Magnum P.I., over e con stampe floreali (Xacus). E i colori? Vitaminici, energizzanti, come blu e verde militare, giallo e arancione. Si guadagna un ruolo importante anche la maglieria, finissima e ultra-leggera, con dettagli a contrasto, da indossare con i bermuda. C'è poi il capitolo capospalla che prevede l'arrivo dell'impermeabile: dalle vecchie lavanderie industriali arriva l'idea del capo sartoriale stropicciato, usurato, invecchiato, con personalità, in puro cotone e lino (L'impermeabile). Un frame per individuarlo? Basta ricordare quello indossato da Gregory Peck in Colazione da Tiffany, quando sotto una pioggia battente, in un vicolo di una New York anni '50, bacia Audrey Hepburn. Se questo non è effortless chic, cos'altro può esserlo.


   

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