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Il Covid rivoluziona l’arte che trasloca sul digitale. Il business vola

Il Covid rivoluziona l’arte che trasloca sul digitale. Il business vola

Artisti, gallerie e fiere uniti su piattaforme. I collezionisti apprezzano, lo shopping milionario

04 ottobre 2020, 20:20

di Agnese Ferrara

ANSACheck

American History Mural a Wynwood Miami, quest 'opera e? presentata da Museum of Graffiti & Mana Contemporary, per movimento ONE VOICE - RIPRODUZIONE RISERVATA

American History Mural a Wynwood Miami, quest 'opera e? presentata da Museum of Graffiti & Mana Contemporary, per movimento ONE VOICE - RIPRODUZIONE RISERVATA
American History Mural a Wynwood Miami, quest 'opera e? presentata da Museum of Graffiti & Mana Contemporary, per movimento ONE VOICE - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si può gustare e comprare l’arte senza vederla dal vivo? Nessuna esposizione in carne ed ossa, nessun collezionista in giro fra gli stand ma la possibilità di apprezzare, ad esempio, un murales nato a Palermo o un dipinto esposto a Londra standosene comodamente nel proprio salotto a Tokyo. L’arte sta cambiando e apre il business a tutto il mondo grazie al digitale, passaggio obbligato a causa della pandemia. Gallerie, eventi e fiere traslocano per la prima volta online rimescolando un mondo che fino ad oggi è stato tradizionale, settoriale, diviso.
La scommessa della macchina organizzativa alle spalle di Frieze, con le sue diverse edizioni di Londra e New York, oltre che magazine d’arte internazionale fin dagli anni ’90, ha dato ottimi frutti e confermato la rivoluzione. Niente sarà più come prima, sotto la spinta della pandemia che ha congelato viaggi, incontri, assembramenti? Da New York a Londra, da Milano, a Roma e Palermo, le opere in mostra traslocano su piattaforme digitali che fanno l'occhiolino ad un pubblico globale e sempre più vasto.
La mattina stessa dell’inaugurazione dell’edizione di maggio 2020 di Frieze New York, fra le più rinomate fiere dell’arte a livello mondiale, un giovane Paperone si è aggiudicato un’opera dell’artista americano George Condo, ‘transandola’ per 2 milioni di dollari. Un inizio sorprendente per la fiera considerando che, prima volta nella storia, si è svolta interamente online e nessuno degli organizzatori immaginava come il pubblico dei collezionisti avrebbe reagito.
“Spostati per cause di forza maggiore interamente sul digitale abbiamo rivoluzionato tutta l’organizzazione e siamo rimasti sorpresi dal successo della fiera di maggio, - conferma all’ANSA Nathan Clements Gillespie, artist director di Frieze Masters, la sezione dedicata all'arte storica, con un passato di direttore External Affairs al MACRO di Roma. - Abbiamo avuto un boom di log-in, è andata abbondantemente ‘sold out’ tanto che siamo stati costretti a contingentare le iscrizioni. Il successo è stato di gran lunga superiore a quanto non succedesse nelle fiere dal vivo. Un numero enorme di gente, da tutto il mondo, si è iscritto per navigare nelle nostre viewing room, seguire i talk online e fare shopping. Abbiamo registrato un numero di transazioni, dalle opere milionarie e quelle più economiche. Di sicuro il pubblico si è esteso in modo sensazionale. L’arte è mainstream, piace ai collezionisti più maturi, facoltosi e tradizionali, ma è amata sempre di più anche dalle nuove generazioni. Il Covid è stato un fenomeno tragico ma ci ha indotti a trovare nuove soluzioni che continueremo a percorrere, con nuove forme ibride di fiere ed eventi, realizzati contemporaneamente online e dal vivo".
Precisa Clements: “Una nuova generazione di acquirenti aveva già iniziato ad appassionarsi all’arte prima dell’arrivo del coronavirus. Si tratta di giovani collezionisti, nel nostro caso soprattutto americani e asiatici, un pubblico già abituato a navigare e fare shopping online rispetto alle generazioni precedenti. Le piattaforme digitali però estendono e democratizzano l’arte, che si apre ad un pubblico ancora più vasto includendo anche chi ama solo guardare le opere, studia arte o è spinto dalla curiosità. Adesso siamo pronti per le due edizioni digitali di Frieze Londra e Frieze Master, in programma dal 9 al 16 ottobre con preview il 7 e l’8 ottobre. Oltre 200 gallerie unite e fruibili da tutti online con la possibilità di chattare con gli autori, seguire talk e masters”.
Tutta l’arte cambia sotto la spinta del coronavirus e molti eventi traslocano anche all’aperto, finalmente, con numerose iniziative partite nelle piazze, nelle strade e nei parchi di tutto il mondo creando eventi ibridi sia reali che virtuali.
Conferma il trend Paulo Lucas Von Vacano, vice presidente ONE VOICE, movimento sociale per gli artisti di tutto il mondo nato interamente online (www.onevoiceinitiative.com) e fondatore di DRAGO, casa editrice di arte contemporanea, street photography e cultura pop: "Il Covid-19 è una metafora di cambiamento, un grosso pericolo ma anche una grande opportunità. Il sistema dell’arte è imploso su se stesso, le gallerie e i musei sono rimasti deserti e la risposta arriva dall’outdoor, in particolare dalla strada, vero mainstream. L’arte sposa il mondo digitale con quello reale e le opere di ogni città del mondo sono ora fruibili ovunque, cosa rara prima della pandemia. Un murales nato a Palermo farà il giro del mondo, una fotografia scattata a Cuba sarà proiettata digitalmente negli Stati Uniti, un'immagine dalla Costa Rica può apparire su una parete in Angola. L’arte non conosce più confini, muri, barriere grazie al digitale. Durante la pandemia sono stati tantissimi gli artisti che hanno ripensato il loro rapporto con il sistema-arte, avviando un dialogo che ha superato i Paesi per stringersi un unico abbraccio collettivo". Da qui è cominciato il progetto ONE VOICE. "si tratta di un movimento sociale che promuove un festival outdoor internazionale dove l'arte pubblica diventa mezzo per ispirare e unire le comunità”, precisa Von Vacano. Fondato originariamente da Gil Shavit (Perù) ed Eugene Lemay (USA), ONE VOICE è nato durante i momenti più difficili della pandemia come progetto di solidarietà per gli artisti in difficoltà in un momento di incertezza mondiale. L’iniziativa ha raccolto adesioni immediate e i primi eventi sono partiti a luglio coinvolgendo anche l'Italia, da Roma a Palermo a Messina. Ad oggi il progetto coinvolge 20 città e 14 Paesi in cinque continenti ed estende l'obiettivo per la difesa delle vittime dell'oppressione e del razzismo con eventi che mescolano street art, danza e fotografia svolti per le strade delle città e trasmessi anche sulla piattaforma digitale.
Conclude Von Vacano: “Grazie al digitale gli artisti comunicano direttamente con i loro collezionisti, che aumentano di giorno in giorno attraverso i social. Il valore di un artista passa adesso anche attraverso i suoi followers su instagram e i suoi video su tiktok. La comunicazione è diretta, allargata in modo esponenziale per tutto il globo perché gli autori lanciano le loro ‘limited editions’ direttamente sui social, senza avere bisogno di intermediari. Le opere vanno a ruba in pochi istanti. Nel frattempo collezionisti, grazie al digitale, sembrano più rilassati, spendono più tempo a godere e scegliere le opere e in questa modalità spendono di più. Gallerie, fiere ed operatori che si adeguano ne escono vincenti. Il digitale ha fatto esplodere il business nel mondo trasformandolo profondamente”.

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