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Andy Warhol e i Velvet Underground, la storia del 'banana album'

Andy Warhol e i Velvet Underground, la storia del 'banana album'

In mostra a Roma raro esemplare della cover con la buccia adesiva

16 maggio 2021, 18:50

Redazione ANSA

ANSACheck

Andy Warhol Velvet Underground - RIPRODUZIONE RISERVATA

Andy Warhol Velvet Underground - RIPRODUZIONE RISERVATA
Andy Warhol Velvet Underground - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Pop Art è un modo di amare le cose diceva quel genio eclettico di Andy Warhol. E la sua straordinaria creatività ha cambiato non soltanto il mondo dell’arte ma ha avuto anche una straordinaria influenza sulla musica pop. L’incontro tra queste due differenti espressioni artistiche avvenne nel 1966 quando Warhol vide la rock band sperimentale dei Velvet Underground; quello che esprimevano attraverso la loro musica era secondo Warhol, molto simile a quello che lui stesso esprimeva nella sua arte. La band si era appena esibita ed era stata contestualmente licenziata in tronco, lo spettacolo a giudizio degli organizzatori era stato eccessivamente volgare e sopra le righe. Warhol e i Velvet Underground si incontrarono ai tavoli del Cafè Bizarre nel Greenwich Village a New York e quello fu soltanto l’inizio, da lì il via degli anni di collaborazione alla Factory, che sarà messa a disposizione da Warhol come sala di prova.
La copertina dell’album di debutto dei Velvet Underground, disegnata proprio da Andy Warhol divenne una vera e propria icona, a volte sostituendo il titolo del disco, spesso semplicemente chiamato “banana album”. La copertina originale era leggermente diversa da come la conosciamo oggi. Infatti, la buccia era adesiva e si poteva staccare, rivelando una banana di colore rosa, al di sotto, con una evidente allusione sessuale. Il tutto accompagnato dalla scritta “Peel slowly and see”, sbucciare lentamente e vedere. L’idea di Warhol per la copertina fu considerata assolutamente geniale dalla Verve Records, che aveva acquistato i diritti di distribuzione del disco, motivo per cui investirono moltissimo per acquistare una macchina capace di produrre quello che l’artista aveva richiesto. L’allusione sessuale era però difficile da realizzare e allungava moltissimo i tempi di distribuzione, così negli anni ritornò ad essere semplicemente la banana gialla che possiamo trovare oggi in qualunque negozio di dischi.
Il disco contiene pezzi famosissimi ed intramontabili come Sunday Morning, I’m Waiting For The Man, Femme Fatale, Venus In Furs, Run Run Run, Heroin, There She Goes Again, I’ll Be Your Mirror, solo per citarne alcune. Contrariamente a quanto si possa pensare, il disco non andò affatto bene, The Velvet Underground & Nico registrò nei primi 5 anni la vendita di non più di 30.000 copie. Ciò nonostante l’importanza avuta nella storia della musica fu epocale. Senza quel disco, forse, non ci sarebbero stati il punk, la new wave e tutto il rock alternativo degli anni a seguire. Per questo motivo alcuni, come Brian Eno, sono convinti che “ciascuno di quei 30.000 che l’hanno comprato hanno fondato una band“.
Tra le opere pop che verranno esposte alla Galleria Restelliartco in Roma dal 28 maggio al 31 luglio, all’interno della Mostra “Pop sounds good” spicca la cover con la celebre banana in un rarissimo esemplare firmato da Warhol e, fatto ancora più importante una tra le pochissime con la cover adesiva. All’interno degli spazi espositivi della Galleria anche altre opere di Warhol come i “Kellogg’s Frosted Flakes” del 1979, i “Kellogg’s Rise Krispies” del 1988 , quindi le celeberrime serigrafie delle Campbell’s Soup “Vegetarian Vegetable” e “Hot Dog Bean” della Sunday B. Morning - After Warhol, 2015, lo “Skulls” rara opera del 1976, la banconota da “Centomila Lire” anni ’80, la banconota dei “2 Jefferson Dollars” del 1976 e le “Marilyn / This is not by me” della Sunday B. Morning edizione del 1970.

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