A metà strada fra la visita guidata tematica e il documentario, con un vero e proprio script, con cui si potrà interagire "superando le barriere dello schermo e della distanza per arrivare a instaurare un dialogo con il nostro pubblico". Questo, nelle parole del direttore Marco Amato, l'obiettivo del nuovo progetto del Museo Lavazza Digital Edition, una serie di webinar per raccontare alcuni dei temi e delle storie più rilevanti per l'azienda torinese.
L'iniziativa, spiega il direttore del museo, rappresenta "la parte finale del percorso che il Covid ci ha costretto a sperimentare, devo dire con grande successo. Certo l'emozione di una visita vera non è la stessa cosa, per questo ciò che abbiamo costruito non è un sostituto di una visita tradizionale, ma un contenuto digitale che si ispira alla televisione".
Il nuovo format prevede diversi set nel percorso museale, almeno tre, in cui si alternano ospiti dal vivo, contributi video e la presentazione di pezzi inediti dell'Archivio storico Lavazza. A fare da guida, proprio il direttore Amato, pronto a coinvolgere il pubblico e a guidarlo alla scoperta del mondo Lavazza, dai calendari alla sostenibilità, dal rapporto col quartiere alla storia del caffè. "La differenza rispetto al percorso di visita classico nel museo, in cui si vedono tutti i contenuti, ma senza magari soffermarsi su qualcosa in particolare, è che qui ci si focalizza su un determinato contenuto raccontato in modo approfondito. In alcuni webinar - illustra - sarò io a presentarli, in altri saranno invece alcuni ospiti, come persone dell'azienda che sviluppano componenti importanti e possono raccontarli in prima persona".
Per ora sono quattro gli appuntamenti previsti, ma sono già pronte altre tematiche, dal mondo dello sport, con cui Lavazza ha una profonda relazione che aumenterà ancora di più con le Atp Finals, a quello delle figurine e all'esperienza dell'espresso, con la sua storia nata a Torino. "Abbiamo la fortuna di avere un contenuto ampio - sottolinea Amato - e di avere alle spalle un'azienda come Lavazza che, all'inizio della pandemia, ci ha messi tutti in condizione di lavorare in sicurezza, così da continuare a operare in modo creativo e portare idee nuove in serenità. Abbiamo potuto riflettere con calma su cosa proporre e, grazie a questo, siamo riusciti a mantenere costante l'attenzione del pubblico verso un museo chiuso. Da questa esperienza - conclude - abbiamo imparato a far vivere il museo in modo ibrido, e anche in futuro le due modalità rimarranno complementari, per continuare a mantenere un rapporto con il pubblico da vicino e da lontano".
In collaborazione con:
LAVAZZA