Un lavoro di squadra, un'azione su
più fronti, la costruzione di una rete: questa la strada scelta
da Ciai-Centro Italiano Aiuti all'Infanzia, per affrontare una
delle emergenze sociali e sanitarie più impellenti oggi in
Italia: il disagio psico emotivo dei giovani. Nasce così il
progetto "Attiva-Mente Percorsi in rete" che l'organizzazione
realizza con il finanziamento di Fondazione Cariplo e che
coinvolgerà ragazzi e ragazze, operatori, famiglie, insegnanti.
Il progetto sarà portato avanti in collaborazione con
Associazione Contatto e l'Università Bicocca di Milano. La rete
del progetto - informa una nota - è costituita da alcune realtà
milanesi: il Centro Psico Sociale Cps Giovani (via Livigno), la
Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Npia dell'ospedale
Niguarda e alcuni Istituti scolastici.
"Il progetto si caratterizza proprio - spiega Daniela
Russo, responsabile del Centro Psicologico ed Educativo di Ciai
- per la creazione di una rete coordinata di attori pubblici e
privati che lavoreranno insieme per la costruzione di un
protocollo operativo che possa garantire la continuità dei
percorsi di supporto psicologico, accelerare le risposte e
renderle più adeguate alla situazione attuale post emergenza. Il
lavoro che svolgeremo insieme ai servizi di neuropsichiatria e
CPS giovani dell'Ospedale Niguarda ha lo scopo di potenziare e
sperimentare strumenti di aggancio, di relazione, di cura
durante il tempo dell'attesa precedente e durante la presa in
carico formale dei minori".
Il progetto intende coinvolgere: 270 ragazze e ragazzi
studenti (6-18 anni), con bisogno di supporto psicologico legato
all'isolamento e gli attacchi al corpo e/o in attesa per
accedere ai servizi di neuropsichiatria; 225 famiglie coinvolte
nelle diverse attività e servizi; 54 insegnanti ed educatori
delle scuole della rete.
L'ambito scolastico è stato ritenuto di estrema importanza
nella definizione della strategia d'intervento, come spiega
Paolo Limonta, presidente Ciaia ed insegnante: "I nostri figli e
le nostre figlie trascorrono moltissimo tempo a scuola e spesso
proprio in questo ambito manifestano i loro disagi. Per questo è
importante offrire agli insegnanti strumenti utili ad
intercettare, fin dai primi segnali, le loro difficoltà, dai
casi di isolamento sociale agli attacchi al corpo, così come i
comportamenti disfunzionali in classe, con docenti o con i pari.
Gli insegnanti potranno così non solo dare risposte efficaci a
contenere la situazione, ma anche - conclude - attivare la rete
per il supporto e l'eventuale segnalazione alla famiglia
indirizzandola verso i servizi più adeguati".
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