Manifestazioni di insegnanti e
studenti in diverse piazze abruzzesi nel giorno della protesta,
con astensione dalla didattica a distanza, per chiedere una
ripartenza in sicurezza. In piazza Sacro Cuore a Pescara,
invocando con cartelli e striscioni una scuola 'più sicura, più
inclusiva, più libera', per dire 'basta punire i bambini', hanno
manifestato Cobas Scuola, Rifondazione Comunista, Comitato
Priorità alla Scuola e Libera Associazione studentesca. "Dopo
un anno dall'emergenza sanitaria nessun governo e nessuna
regione ha fatto quello che bisognava fare ovvero ridurre il
numero di alunni per classi, far partire un piano di assunzioni
e stabilizzazione dei precari del personale necessario della
scuola e, ovviamente, fare un grande investimento per gli spazi
e l'edilizia scolastica. Se così non fosse, anche nel prossimo
anno si ripartirebbe con la Dad perché il distanziamento sociale
e la sicurezza si possono fare con i soldi della fiscalità
generale, investendo il 5 % del Pil e fondi del recovery plan".
"In settanta piazze d'Italia e anche in alcune abruzzesi
chiediamo che realmente i fondi del recovery plan siano spesi
per la scuola - ha detto Lorella Cappio del Cobas Scuola - Non
possiamo chiedere di riaprire se non si hanno spazi e scuole
sicure. Chiediamo una scuola diversa, pubblica con forti
investimenti. Le scuole dove ci sono condizioni di sicurezza e
se hanno spazi per il distanziamento devono riaprire. Le scelte
che verranno fatte oggi definiranno là scuola dei prossimi
dieci, quindici anni".
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