(ANSA) - PALERMO, 21 OTT - "L'insegnamento di Pio La Torre è
ancora fortissimo ed è parte di una sorta di 'sillabario della
legalità' che deve stare alla base anche di questo straordinario
sforzo che stiamo facendo tutti per uscire dalla pandemia". Lo
ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi,
intervenendo alla prima conferenza del progetto educativo
antimafia e antiviolenza del centro Pio La Torre sul tema "Il
quarantesimo anniversario della Legge Rognoni - La Torre:
evoluzione giuridica, politica ed economica" , seguito in
diretta streaming sul sito dell'associazione e sul portale "ANSA
LEGALITÀ& SCUOLA" da oltre 160 scuole, tra cui 12 case
circondariali da Nord a Sud Italia.
"Credo che questo progetto che proponiamo alle nostre scuole -
ha aggiunto Bianchi - sia un momento di riflessione per tutti.
La nostra scuola ritrovata deve essere una scuola di comunità e
di legalità e la legalità in Italia ha i nomi di tutti coloro
che sono caduti per mano della mafia, del terrorismo e del
malaffare".
A parlare, con gli studenti e il presidente dell'associazione,
Vito Lo Monaco, sono stati: Antonio Balsamo, presidente del
tribunale di Palermo, Franco La Torre, figlio di Pio, Vincenzo
Militello, docente di diritto penale all'Università di Palermo e
Walter Veltroni, politico, scrittore, giornalista e regista, al
lavoro su un documentario sulla vita di Pio La Torre. Diverse le
domande poste dagli studenti partecipanti, dall'omertà alle
confische, dal rapporto tra Covid e criminalità organizzata alle
collusioni tra mafia e politica. All'inizio dell'incontro,
visibile sul canale youtube del centro Pio La Torre e sul sito
www.piolatorre.it, anche la proiezione di un video realizzato
dai volontari del servizio civile sulla Legge Rognoni - La Torre
e sui beni confiscati.
"Con la legge Rognoni - La Torre finisce la stagione delle
assoluzioni per insufficienza di prove - ha Balsamo - Il primo
a parlare di terrorismo mafioso era stato proprio Pio La Torre,
nel 1966, cogliendo nella guerra di mafia il senso della sfida
allo Stato, qualcosa che andava oltre l'associazione per
delinquere. Il Covid19 ci ha resi consapevoli della fragilità di
ciascuno e dell'impossibilità per ogni Stato di salvarsi da
solo. La pandemia può offrire la tentazione di un welfare
mafioso per questo va costruita un'alternativa forte, riducendo
le disuguaglianze".
"Mi auguro che nelle scuole gli insegnanti aiutino gli studenti
ad arrivare a leggere e capire la storia del Novecento, ad avere
dentro di sé gli anticorpi per evitare che le grandi tragedie
del 900, tra cui la mafia, si ripetano - ha detto Veltroni -
Questa generazione ha nelle sue mani una possibilità di
comunicare che nessun'altra prima ha mai avuto".
"Mio padre è nato e cresciuto un ambiente intriso di mafiosità,
in una contrada di Palermo dove i grandi proprietari terrieri
davano ai residenti contadini, poveri, l'unico lavoro possibile
- ha detto Franco La Torre, figlio di Pio, nel corso del suo
intervento - e il tramite di collocamento erano i mafiosi
stessi. Non ne parlavamo nelle nostre conversazioni quotidiane,
ma noi familiari eravamo consapevoli del rischio che correva.
C'è stato un momento, però, che ricordo: ed è stato quando mio
padre aveva deciso, come tutti i suoi collaboratori negli organi
dirigenti nel Pci siciliano, di dotarsi del porto d'armi e di
prendere una pistola. Conoscendo i suoi limiti nel maneggiare
attrezzi come martelli e forbici lo abbiamo preso in giro e
infatti quella pistola non è mai uscita dal cassetto del
comodino della camera da letto. Detto questo, non si è mai
pronti all'idea che un familiare possa lasciarci. Ancora oggi ho
difficoltà a ricostruire le 48 ore successive all'omicidio di
mio padre". (ANSA).
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