Il Procuratore Nazionale Antimafia,
Federico Cafiero de Raho e il Direttore dell'Agenzia Nazionale
dei Beni Sequestrati e Confiscati, Prefetto Bruno Corda, hanno
sottoscritto, presso la sede della Direzione Nazionale Antimafia
(DNA), un Protocollo d'Intesa, volto a rafforzare l'attività di
prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, con particolare
riguardo alle ingerenze delle organizzazioni mafiose nelle
procedure di affitto, vendita e liquidazione dei beni aziendali.
L'accordo, che fa seguito a quello sottoscritto nel 2019,
concernente le procedure di vendita dei beni immobili, completa
la verifica antimafia relativa a tutti i beni confiscati che
possano essere oggetto di vendita secondo quanto previsto dal
Codice Antimafia. E, pertanto, finalizzato a consentire una
approfondita analisi delle possibili criticità connesse al
mantenimento da parte delle imprese confiscate delle posizioni
di mercato antecedenti alla confisca, allo scopo di assicurare
la continuità imprenditoriale e garantire i livelli
occupazionali.
Queste finalità saranno perseguite attraverso la condivisione
delle informazioni tra l'Agenzia e la DNA, la quale effettuerà
un monitoraggio triennale per scongiurare il rischio che detti
beni rientrino nella disponibilità della criminalità
organizzata, vanificando così l'intervento dello Stato.
Il monitoraggio si realizzerà attraverso una verifica antimafia
rafforzata che si estenderà non solo agli assegnatari dei beni
aziendali, al momento del loro trasferimento, ma anche a tutti
quei soggetti che nel predetto arco temporale ne dovessero
acquistare a loro volta la disponibilità.
Ciò in forza di un'apposita clausola risolutiva che -
analogamente a quanto già previsto dal Codice Antimafia per i
beni immobili - comporterà la caducazione degli atti di
trasferimento, laddove dovessero emergere elementi ostativi tali
da far supporre che il bene possa rientrare nella disponibilità,
diretta o indiretta, delle mafie.
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