Una struttura d'avanguardia
finanziata con i fondi europei per prevenire e intervenire
tempestivamente in caso di incidenti informatici e attacchi
hacker alle banche dati delle forze di polizia: è il nuovo Cyber
security operations center (C-soc) inaugurato questa mattina a
Roma dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli,
del capo della Polizia Lamberto Giannini, del comandante
generale dei Carabinieri Teo Luzi, del comandante della Guardia
di Finanza Giuseppe Zafarana, del capo del Dap Bernardo Petralia
e del segretario generale del Garante della Privacy Fabio
Mattei. Il Centro è all'interno della direzione centrale della
polizia criminale, guidata da Vittorio Rizzi, dove già si
trovano una serie di sistemi informativi per finalità di
polizia, il Sistema informatico interforze, la banca dati del
Dna, il sistema informativo Shengen. L'obiettivo del C-Soc,
voluto dal Capo della Polizia Lamberto Giannini, è vigilare
sulla sicurezza di milioni di informazioni possedute per
finalità di polizia (sulle persone, sui documenti, sui veicoli,
sulle tracce) garantendo, oltre alla sicurezza del sistema in
termini di riservatezza, integrità e disponibilità, la
protezione dei dati personali. La sfida del C-Soc, ha
sottolineato Rizzi, "è quella di coniugare sicurezza e
protezione dei dati personali. Due concetti che anche nel più
recente passato venivano considerati inversamente proporzionali,
perché si riteneva che ad un maggior livello di sicurezza
dovesse necessariamente corrispondere una più profonda
intrusione nella sfera privata. La filosofia che abbiamo
accolto, in linea con la normativa europea e nazionale, è quella
della responsabilità, perché ad un più alto livello di sicurezza
corrisponda anche un più altro livello di protezione dei dati
personali".
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