"Bellini, che noi riteniamo
presente in stazione a Bologna il 2 agosto, è stato un killer di
Avanguardia Nazionale. Un killer protetto dai servizi segreti, a
partire dall'omicidio di Alceste Campanile (1975, ndr)". Lo ha
detto il Pg Umberto Palma nel corso della sua requisitoria,
cominciata mercoledì scorso e proseguita oggi, nell'ambito del
nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di
Bologna, che vede come principale imputato proprio Paolo
Bellini, accusato di concorso nella strage. In aula, accanto ai
Pg Palma e Nicola Proto, anche oggi è presente la procuratrice
generale reggente di Bologna, Lucia Musti.
Avanguardia Nazionale, ha spiegato Palma, "non può essere
stata tenuta fuori dalla strage, non può essere resa estranea a
questo attentato, che coagulava varie forze eversive". Per la
Procura generale Avanguardia Nazionale rappresenta "l'anello di
congiunzione tra il vertice finanziario-organizzativo della
strage di Bologna", costituito dal binomio piduista Licio
Gelli-Federico Umberto D'Amato, e "la figura di Paolo Bellini,
che fu un militante operativo di Avanguardia Nazionale, quanto
meno, nella metà degli anni settanta". Palma ha poi sottolineato
il ruolo di Stefano Delle Chiaie, leader assoluto di
Avanguardia, "e confidente di Federico Umberto D'Amato. Anzi -
ha posto l'accento Palma - tra i due c'era una convergenza
strategica, che va al di là del fenomeno del confidente. Ed era
noto in ambienti politici e giornalistici che D'Amato manipolava
Delle Chiaie".
Palma è tornato poi a soffermarsi sulla figura di Sergio
Picciafuoco, criminale legato all'estrema destra, presente in
stazione la mattina della strage, affermando che "Picciafuoco è
colpevole ma è un colpevole non punibile", in quanto già assolto
in via definitiva dall'accusa di aver partecipato all'attentato.
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