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Camorra: familiari vittime a Mattarella, Stato ci riconosca

Camorra

Camorra: familiari vittime a Mattarella, Stato ci riconosca

Lettera dei parenti finora esclusi dai benefici di legge

CASERTA, 16 luglio 2021, 09:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I familiari delle vittime innocenti di camorra che lo Stato non ha mai riconosciuto come tali, hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per denunciare la situazione che vivono da anni: ovvero parenti di una vittima riconosciuta innocente dalla magistratura ma non dalla burocrazia ministeriale, e quindi impossibilitati ad avere vitalizi o altri benefici di legge, a causa di un'interpretazione sfavorevole - a loro giudizio troppo rigida se non errata - di norme esistenti. La lettera è stata presentata a Casal di Principe (Caserta), a Casa Don Diana, bene confiscato ai Casalesi, nel corso della tappa del Festival dell'impegno civile; i familiari delle vittime hanno tenuto anche un flash mob e hanno assistito alla proiezione in anteprima nazionale del cortometraggio 'Il Solito Pranzo' per la regia di Andrea Valentino.
    "Caro Presidente - parte così la missiva - Le scriviamo perché siamo certi che ci comprenderà. Siamo padri, madri, figli, sorelle, fratelli di persone uccise perché hanno denunciato la camorra, perché si trovavano sulla traiettoria di un colpo vagante o perché confuse con i reali destinatari dell'agguato camorristico. Vorremmo poter andare avanti nell'elaborazione del lutto, ma per ragioni che non comprendiamo ai nostri cari viene negato il riconoscimento di vittima innocente, nonostante ci siano sentenze passate in giudicato e ricorsi vinti. C'è chi vuole dividerci creando un infondato elenco tra vittime innocenti di serie A e vittime innocenti di serie B. Noi esistiamo, esistono le nostre tragedie ed i nostri morti ammazzati da innocenti che meriterebbero pari dignità come altri". "Il nostro è un grido di aiuto, l'ultimo di una lunga serie già indirizzata ad uffici preposti, a vari rappresentati del Governo, a Commissari e Prefetti. La nostra voce è sempre più debole ma sentiamo la responsabilità di restituire bellezza laddove ci sono state solo tenebre e i nostri figli non devono avere dubbi sullo Stato", conclude la lettera.
   

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