Ricerca: Gianotti, aprire università italiane a stranieri

Servono nuova mentalità e meno burocrazia

Redazione ANSA

MILANO - Più meritocrazia e maggiore apertura ai ricercatori stranieri. Sono questi i due 'ingredienti' per migliorare le università italiane secondo il direttore designato del Cern, Fabiola Gianotti, protagonista di un incontro organizzato dalla Fondazione Edison al Teatro Dal Verme di Milano. Interpellata sul tema della fuga di cervelli all'estero, Gianotti ha risposto: "Se gli scienziati italiani vanno all'estero non c'è niente di male. Consiglio a tutti di farlo per qualche anno. Però in un Paese sano il flusso uscente deve essere bilanciato da un flusso entrante, e questo da noi non accade, ci sono ancora pochi ricercatori stranieri in Italia". Le ragioni alla base di questo problema, secondo la scienziata, sono molteplici: "Pesa la mancanza di fondi, la burocrazia, il fatto che i bandi siano scritti in italiano e la mancanza di uffici per stranieri che li aiutino a trovare agevolazioni e alloggio. Questa è una mentalità che nel nostro Paese ancora non esiste e va cambiata a poco a poco".

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