Zuma, Africa prossima frontiera

Eroina sudafricana per Eni, fu ministra salute per Mandela

Redazione ANSA MILANO

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - "Il continente africano sarà la prossima frontiera dello sviluppo economico del mondo". Lo ha detto, a Expo, Nkosazana Dlamini-Zuma, la presidente della Commissione Unione Africana, ed ex ministro della salute dell'era Mandela, durante un evento organizzato da Eni per la settimana 'Energy art & sustainability for Africa'. "Nel 2050 il nostro continente sarà il più popoloso al mondo - ha aggiunto -.

Per questo il tema del cibo, affrontato a Expo, sarà centrale, per continuare a fornire acqua e cibo sostenibili a tutta la nostra popolazione. L'Africa è un continente legato alla terra, in cui il 60% della popolazione ha origini agricole. Ospitiamo la seconda più grande foresta tropicale dopo il Brasile, siamo il secondo polmone del mondo: il nostro continente ha enormi possibilità e non può più essere ignorato". Per Zuma l'Africa deve passare "dall'essere fornitore di materie prime, a far parte della catena di distribuzione dei prodotti, produrre e aggiungere valore alle proprie risorse naturali". Questo approccio è fondamentale anche perché "siamo un continente molto giovane - ha aggiunto - entro il 2025 un quarto della popolazione sotto i 25 anni sarà africana, e dobbiamo dare ai giovani la formazione giusta e la possibilità di partecipare ai processi produttivi. In questo quadro "l'Italia, così vicina a noi - ha aggiunto - può giocare ruolo fondamentale per lo sviluppo dell'agribusiness". Zuma si è poi complimentata con l'Italia e con Milano per Expo, apprezzando, in particolare, "la grande attenzione per le donne", perché "se si danno poteri alle donne, si danno poteri anche alla nazione e ai singoli individui". Nel salutare Nkosazana Dlamini-Zuma, il direttore Affari Istituzionali Eni, Pasquale Salzano, ha ricordato il ruolo di Eni nel "migliorare la condizione femminile e nel promuovere lo sviluppo sostenibile , attraverso iniziative che favoriscono il miglioramento della salute e dell'istruzione delle donne, nonché attraverso i progetti di accesso all'energia come precondizione di sviluppo e lotta alla povertà energetica.

Nella regione sub-sahariana, l'Eni ha installato una capacità totale di 1 GW, raggiungendo circa 18 milioni di persone, con ulteriore potenziale di crescita".(ANSA).

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