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Energia: Ricci,rinnovabili non bastano per decarbonizzazione

Presidente Confindustria Energia, gioco squadra per transizione

Redazione ANSA GELA
(ANSA) - GELA, 19 DIC - "Il tema della decarbonizzazione non si può risolvere solo con le rinnovabili. Non si può negare il ruolo del gas nella transizione e minimizzare il peso delle soluzioni low carbon, come i biocarburanti, il biogas, i processi circolari di valorizzazione dei rifiuti e la Ccs". Lo ha affermato il presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci, intervenendo al convegno "Gas e carburanti: Bio si può - Nuova frontiera per l'industria del Sud", organizzato da Fondazione Merita, in collaborazione con Eni, nella bioraffineria Eni di Gela.

"Si può ripartire dal Sud con un nuovo modello energetico decarbonizzato - ha spiegato Ricci - e il caso Gela è emblematico: una raffineria tradizionale che era stata chiusa, per cessata competitività e prospettive, è stata riconvertita in bioraffineria per la produzione di Hvo e poi biojet e bionafta, partendo dal palm oil per arrivare ai waste&residue e agli oli vegetali prodotti su terreni degradati in Africa". "Questo però - ha ribadito Ricci - è solo un punto di partenza e non il punto di arrivo. Possiamo andare ancora avanti, proprio qui a Gela e produrre il gas che ci manca con Argo e Cassiopea che peraltro, applicando quel modello di sostenibilità integrata, ci ha permesso di progettare l'impianto a terra in raffineria e non in piattaforma off-shore".

Per il presidente di Confindustria Energia, "questo significa ridare ancora più vita al sito industriale di Gela, creare nuove infrastrutture, nuovi investimenti e nuovo lavoro. Possiamo investire ancora sulla bioraffineria per produrre ingenti quantitativi di biojet e di bionafta per la chimica verde.

Metteremo in campo tante altre iniziative perseguendo una transizione che sia giusta e che affianchi sempre agli obiettivi ambientali anche quelli economici e sociali".

"Per affrontare la transizione - ha detto Ricci - serve però un gioco di squadra, snellire gli iter autorizzativi, perché il problema è troppo grande per essere affrontato gli uni contro gli altri difendendo ideologie, come spesso è stato fatto in questi ultimi anni, in Italia e in Europa". (ANSA).

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