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Bioraffineria Gela, carburante da 750mila t di scarti annui

'Green Refinery' in Sicilia con 350 dipendenti,energia a Km zero

Redazione ANSA GELA
(ANSA) - GELA, 19 DIC - Quella di Gela è una delle più innovative bioraffinerie d'Europa sorta da un progetto di riconversione green della vecchia raffineria di petrolio destinata ormai alla chiusura definitiva. Un accordo tra Eni e sindacati, firmato nel 2014 al ministero per lo Sviluppo economico, alla presenza di Comune di Gela e della Regione Siciliana, ha impedito il licenziamento dei tremila dipendenti (trasferiti in gran parte in altre aziende dell'Eni o collocati in mobilità e in pensione) e ha disposto investimenti per oltre 2 miliardi di euro per la sua realizzazione e la ripresa delle ricerche e delle estrazioni (downstream e upstream) in Sicilia.

E' in costruzione nell'area bonificata dell'ex petrolchimico una piattaforma a terra per il trattamento del metano che dovrebbe essere estratto, entro il 2024, dai giacimenti off-shore Argo-Cassiopea.

Inaugurata nell'agosto del 2019, la "Green Refinery" gelese ha una capacità di lavorazione di 750 mila tonnellate annue di prodotti di scarto da trasformare in biocarburanti. L'impianto, che occupa 350 dipendenti nel diretto e un centinaio nell'indotto, è in grado di trattare progressivamente quantità elevate di oli vegetali usati e di frittura, grassi animali e rifiuti o residui per produrre biocarburanti di alta qualità.

Dal 2021 è in esercizio l'impianto per il trattamento di biomasse (Btu) che consente di utilizzare materie prime di scarto, con l'obiettivo di realizzare un modello di economia circolare a chilometri zero per la produzione di biodiesel, bionafta, biogpl e bio-jet per il trasporto aereo. Da alcuni mesi, Gela rifornisce di carburante gli aeroporti di Roma. La bioraffineria di Gela può essere alimentata anche con olio di ricino che sostituisce l'olio di palma ormai bandito da Eni in questo impianto e in quello di Venezia. I biocarburanti idrogenati (Hvo) possono essere utilizzati anche puri in tutte le motorizzazioni omologate e consentono di abbattere le emissioni di Co2 (calcolate lungo tutto il ciclo di vita) tra il 60 e il 90% rispetto al mix fossile di riferimento. (ANSA).

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