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Ue, meteo estremo costa all'Italia 90 miliardi in 40 anni

Le prime stime dell'Agenzia dell'Ambiente, oltre 21mila i morti

di Angelo Di Mambro BRUXELLES

di Angelo Di Mambro
Dal 1981 al 2020 ondate di caldo, alluvioni e altri fenomeni meteo estremi sono costati all'Italia oltre 90 miliardi di euro, con più di 21mila morti.
    Sono le prime stime di lungo periodo sulle perdite economiche e sui decessi causati da eventi meteorologici e climatici in Europa, pubblicate dall'Agenzia europea per l'ambiente (Aea). Si tratta di stime, viene precisato, perché basate essenzialmente sui dati forniti da due agenzie private, che in alcuni casi divergono non di poco. Ma danno comunque l'idea dell'impatto economico e della mortalità legata al cambiamento climatico, in attesa che gli Stati comincino a raccogliere questo tipo di dati in modo comparabile, secondo la strategia per l'adattamento al cambiamento climatico Ue.
    Il calcolo dei danni per i ventisette Stati dell'Ue ammonta a oltre 400 miliardi di euro, di cui solo una minima parte assicurata. In termini assoluti, le perdite economiche maggiori nel periodo 1981-2020 si sono registrate in Germania, seguita dalla Francia e poi dall'Italia, dove le perdite pro capite si attestano nella "seconda fascia", tra 1.500 e 2000 euro. Tra i 30 paesi europei esaminati, le perdite più elevate per cittadino sono state registrate in Svizzera, Slovenia e Francia. Guardando all'estensione territoriale, gli impatti più forti si sono avuti in Svizzera, Germania e Italia, con oltre 200mila euro per chilometro quadrato. Era assicurato circa il 23% dei sinistri totali, anche se questo dato varia considerevolmente tra i paesi. Si va dall'1% in Romania e Lituania al 56% in Danimarca e al 55% nei Paesi Bassi. Nel caso dell'Italia, erano assicurati solo 5 miliardi su 90 (circa il 5,5%).
    La maggior parte delle vittime (oltre l'85%) nel periodo 1981-2020 è stata una conseguenza delle ondate di caldo.
    L'ondata di caldo del 2003, soprattutto, incide tra il 50% e il 75% di tutte le vittime dovute a eventi meteorologici e climatici negli ultimi quattro decenni.
    Cifre a fronte delle quali, sottolinea l'Aea, si fa sempre più urgente l'adozione di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, a livello Ue ma soprattutto negli Stati membri.
    L'Italia, emerge da un altro rapporto Aea specificamente dedicato alle politiche degli Stati Ue, si è dotata di una strategia dal 2015, ma non ha ancora un piano per l'adattamento, che contraddistingue le economie più avanzate dell'Ue. D'altro canto, sottolineano gli esperti dell'Agenzia, sempre più autorità a livello nazionale ma soprattutto a livello locale realizza piani di adattamento, che ormai si contano in oltre 2.500 comuni in tutto il continente. 
   

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