(ANSA) - NAPOLI, 30 DIC - Dalla risonanza magnetica
prescritta dai ginecologi dell'ospedale 'Pascale' d Napoli è
emerso che la donna, straniera ma residente a Castellammare di
Stabia, di 69 anni, aveva un tumore ovarico di 9 chili, che le
era cresciuto nell'addome che è stato successivamente rimosso. A
eseguire l'intervento è stata l'equipe di Gennaro Casella e di
Felice Scala della Ginecologia del 'Pascale' di Napoli, diretta
da Stefano Greggi.
Un ovaio regolare misura in media 2 centimetri e mezzo di
diametro. Quello tolto alla paziente ucraina ne misurava 40 di
centimetri. E per rimuoverlo l'equipe della sala operatoria ha
lavorato per quasi due ore, con un taglio che dal pube è
arrivato fin su allo sterno della donna.
Casella e Scala hanno dovuto effettuare tre tagli. Dalla
risonanza non si percepiva, infatti, quanto estesa fosse la
massa tumorale .
Impossibile stabilire da quanto tempo quell'uovo di 9 chili
premesse sull'addome della paziente, anche se da una prima
diagnosi sembra che la malattia non abbia compromesso altri
organi. I medici stanno aspettando l'esito dell'esame istologico
per stabilire se la donna dovrà sottoporsi a chemioterapia. Per
ora sta a casa e sta bene.
"Non è sicuramente l'intervento più complesso che la nostra
equipe ha effettuato - dicono i chirurghi Casella e Scala - ma
di sicuro non abbiamo mai visto un tumore tanto esteso. Quando
si è presentata da noi, la donna, benché molto obesa e in età
avanzata, sembrava incinta. Tuttavia, abbiamo avuto contezza
della vastità del tumore solo quando l'abbiamo operata. Fidiamo
in una sua rapida ripresa e il fatto che il tumore fosse
circoscritto ci fa ben sperare sull'esito della terapia a cui
dovrà sottoporsi".
"Grazie alla competenza professionale e alla dedizione dei
nostri operatori - dice il direttore generale del polo
oncologico, Attilio Bianchi - possiamo dire di aver affrontato
una condizione assolutamente impegnativa e di difficilissimo
approccio. Il mio augurio alla signora per il prosieguo della
terapia, e un pensiero ai nostri operatori tutti, dai chirurghi
agli anestesisti a tutto il personale di supporto che, anche in
tempi così difficili, ha fatto in modo di poter affermare che il
Pascale non si è mai fermato". (ANSA).