"Il raggiungimento della quota di
laminazione a Campolattaro, in pochi giorni e prima dell'inizio
dell'inverno, è la prova provata che l'acqua si può e si deve
conservare. Gli investimenti sugli invasi sono un'urgenza da
mettere in cima all'agenda politica. Non ci si può fermare alle
allerte meteo per evitare rischi ai cittadini, ma bisogna
lavorare per prevenire i rischi." Così Gennarino Masiello,
vicepresidente nazionale di Coldiretti, dopo l'annuncio della
Provincia di Benevento e dell'Agenzia Asea del traguardo dei
377,25 metri di altezza dell'acqua alla diga sul fiume Tammaro,
il più grande lago artificiale della Campania.
"Ci troviamo di fronte ad un dato importante - sottolinea il
presidente Masiello - che porta a compimento il percorso
quarantennale di un'infrastruttura nata per servire
l'agricoltura. Ma non possiamo ignorare due temi che ne
derivano. Il primo riguarda la sicurezza. Senza la diga il
carico d'acqua sull'asta fluviale avrebbe causato danni a valle.
Il secondo riguarda il sistema idrico campano. L'invaso di
Campolattaro è il nodo centrale per la resilienza ai cambiamenti
climatici, non solo per il Sannio. Se non accumuliamo acqua e,
soprattutto, se non la ridistribuiamo quando manca, ci troveremo
nei prossimi decenni a fare i conti con l'avanzare della
desertificazione. Motivo per cui abbiamo chiesto e continuiamo a
chiedere di spingere la distribuzione capillare per
l'irrigazione parallelamente al progetto per l'uso potabile.
Senza acqua nei campi non c'è cibo, non ci sono eccellenze
agroalimentari, salta un pezzo fondamentale della nostra
economia, si rompe l'equilibrio ambientale. Oltre a
Campolattaro, chiediamo di continuare ad investire sugli invasi,
anche piccoli. Coldiretti e Anbi hanno presentato un progetto al
governo che prevede la realizzazione di 10 mila laghetti per
conservare l'acqua piovana. Anche la Regione Campania può fare
la sua parte in questo percorso.
Sprecare acqua quando piove, di fronte ad un drammatico
cambiamento del clima, è un delitto. Non ci possiamo permettere
ulteriori ritardi. La competitività alimentare è una priorità,
ma senza disponibilità di acqua si riduce la capacità produttiva
e si mette a rischio l'autosufficienza con un impatto pesante
sui cittadini".
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