"Il Papa doveva morire" (ed. San
Paolo) di Antonio Preziosi, direttore
di Rai Parlamento, e' il libro vincitore della X edizione del
Premio cardinale Michele Giordano. La consegna dei
riconoscimenti è avveuta nel pomeriggio di oggi nei locali
attigui alla basilica di Capodimonte di Napoli, dove il presule
viveva dopo aver lasciato la guida della diocesi di Napoli.
A ricordare il cardinale Giordano oggi sono arrivati i due suoi
successori alla guida della chiesa di Napoli, il cardinale
Crescenzio Sepe e l'arcivescovo Domenico Battaglia.
"Nel biglietto di invito è stata posta una riflessione del
Cardinale Giordano con cui voglio iniziare la premiazione - ha
detto mons. Battaglia - Si legge: ''"se viene meno il
riconoscimento della verità, ogni comportamento diviene
legittimo. Se viene meno il criterio etico, ovvero sulla qualità
buona, umana dell'agire, non resta che il prevalere delle
ragioni della forza, del potere. Per l'onestà non resta più
spazio'".
Secondo classificato il testo Benedetto XVI. La vita e le sfide
(Sanpino) di Luca Caruso, responsabile della comunicazione
dell'ufficio stampa
della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Terzo
posto per il volume Vangelo in periferia (Morcelliana) della
Comunita' di Sant'Egidio fondata da Andrea Riccardi e
presieduta
da Marco Impagliazzo. Premio speciale per il libro I tre pani
(Edizioni Padre
Pio da Pietrelcina) di monsignor Domenico D'Ambrosio,
arcivescovo emerito di Lecce.
Presenti alla crimonia, oltre a don Salvatore Ardesini che è
stato segretario particolare di Giordano, gli arcivescovi Piero
Marini, vicearciprete della
Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma e presidente
emerito del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici
internazionali, e Mario Milano, vescovo emerito di Aversa, il
vescovo di Pompei, Tommaso Caputo, il vescovo ausiliare di
Napoli, Michele Autuoro.
E ancora Sandro De Franiscis, presidente dell'Ufficio
Constatazioni Mediche di Lourdes.
Nel coroso della cerimonia è stato ricordato il pastore che "è
stato padre e fratello non solo per i sacerdoti ma anche per i
laici della Chiesa napoletana".
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