(ANSA) - NAPOLI, 21 GEN - Considerato fra i vulcani più
pericolosi d'Europa, il Vesuvio è costantemente sotto controllo
per cogliere i segnali che potrebbero annunciare un suo
risveglio, ma ci si chiede se sia possibile riuscire a prevedere
quando potrebbe avvenire una nuova eruzione e quanto potrebbe
essere violenta. Una prima risposta arriva dalla ricerca
coordinata dal Politecnico di Zurigo e pubblicata sulla rivista
Science Advances, secondo la quale potrebbe intercorrere un
intervallo di mille anni dall'ultima eruzione, avvenuta nel
1944.
"E' un dato scientifico interessante, ma le sue implicazioni
potrebbero essere lette anche in modo diverso", osserva la
vulcanologa Lucia Pappalardo, dell'Osservatorio Vesuviano
dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "I
nuovi dati non chiudono il dibattito - aggiunge - e la questione
resta aperta". Alla ricerca, coordinata da Jörn-Frederik Wotzlaw
e Olivier Bachmann, entrambi del Politecnico di Zurigo, hanno
partecipato gli italiani Francesca Forni, dell'Università di
Milano, e Roberto Sulpizio, che lavora fra Università di Bari,
sezione di Bologna dell'Ingv e Consiglio Nazionale delle
Ricerche (Cnr). I ricercatori hanno studiato le quattro più
violente eruzioni del Vesuvio avvenute negli ultimi 10.000 anni:
quella delle pomici di Mercato che risale a circa 9.000 anni fa,
quella di Avellino avvenuta 3.950 anni fa e considerata "lo
scenario peggiore", quella che nel 79 d.C. distrusse Pompei ed
Ercolano (tutte e tre eruzioni pliniane, ossia fortemente
esplosive), e quella di Pollena del 472 d.C., di tipo
subpliniano, ma comunque confrontabile alla recente eruzione
nelle Tonga, osservano i ricercatori. (ANSA).
Vesuvio, ricerca esclude nuova eruzione violenta, fra dubbi
Individuato intervallo di mille anni, ma questione resta aperta
