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Migranti: da Superiore generali un decalogo per affrontare sfide

Uisg presenta 10 raccomandazioni nella Giornata della Memoria

ROMA - Dieci raccomandazioni per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori, con particolare attenzione alle esigenze di migranti e rifugiati. E' questo il contributo che l'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) lancerà il 3 ottobre a Lampedusa, in occasione della Giornata della Memoria e dell'Accoglienza, dedicata a tutte le vittime delle migrazioni. Il 2 e 3 ottobre l'UISG sarà presente a Lampedusa con Suor Charity Katongo Nkandu, Francescana missionaria di Assisi. Le raccomandazioni della UISG, l'organizzazione ombrello per le Superiore delle congregazioni femminili cattoliche, sono destinate a partner e alleati dell'organizzazione che riunisce 1903 Superiore Generali in 97 Paesi, nonché ai governi nazionali e agli organi intergovernativi, alle organizzazioni dello sviluppo internazionale e della società civile che vuole impegnarsi per un mondo più sostenibile. La Giornata della Memoria e dell'Accoglienza è stata istituita nel 2016 dopo il grande naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, di cui quest'anno ricorre il decennale.

Le 10 raccomandazioni sono: 1. Sostenere chi si sposta dentro ed oltre i confini internazionali attraverso educazione linguistica, formazione di nuove competenze e progetti di sviluppo che possano migliorare la resilienza alle sfide della migrazione. 2. Sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l'Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante. 3. Promuovere l'integrazione di migranti e rifugiati favorendo un senso di sicurezza e appartenenza, in particolare attraverso l'azione comunitaria affettiva e relazionale. 4. Coinvolgere le comunità di immigranti e quelle ospitanti in attività interculturali condivise, che possano contribuire a colmare le differenze sociali e culturali. 5. Sfruttare il potenziale informativo ed educativo delle piattaforme mediatiche per aumentare la consapevolezza politica sulle realtà dell'immigrazione. 6. Sostenere un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco. 7. In particolare, esemplificare e promuovere un cambiamento nelle narrazioni mediatiche creando spazio per le persone con esperienze vissute di migrazione e dando voce non solo alle loro preoccupazioni, ma anche alle soluzioni proposte. 8. Stabilire alleanze tra agenzie umanitarie, istituzioni religiose e organizzazioni mediatiche per resistere insieme alla propaganda anti-migranti e sviluppare una visione condivisa per superare gli ostacoli legislativi. 9. Collaborare con i governi dei Paesi di transito non-europei nell'adozione e nell'implementazione di misure etiche per rispettare la dignità di ogni persona ed arginare la tratta e gli abusi. 10. Fare pressione sui governi dell'Unione europea affinché istituiscano leggi che riflettano i valori etici e la visione umanitaria dell'Ue, consentendo accesso equo, paritario e legale a tutti i migranti, indipendentemente dal motivo dell'immigrazione.

Il vademecum è emerso dal Sister-led Dialogue on Migration, il secondo di un ciclo di appuntamenti su temi chiave dello sviluppo internazionale organizzati all'interno dell'iniziativa UISG Sisters Advocating Globally, realizzata in collaborazione con il Global Solidarity Fund che si è tenuto il 3 luglio a Roma, con la partecipazione delle suore della UISG e di progetti sul campo, di rappresentanti delle istituzioni intergovernative e interreligiose, di organizzazioni della società civile, esperti accademici e rappresentanti mediatici. "Come UISG - dichiara suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete Internazionale Migranti e Rifugiati della UISG - crediamo che la comunità internazionale abbia la responsabilità di fornire assistenza a tutti i migranti e rifugiati, garantire il pieno rispetto dei loro diritti e facilitarne l'integrazione nei Paesi ospitanti. Ad oggi, è più che mai urgente un approccio integrale, integrativo e inclusivo allo sviluppo, che colleghi l'esperienza locale alla presa di decisioni globali in maniera coerente e responsabile. È in quest'ottica e con questo spirito che abbiamo ospitato quest'anno i nostri dialoghi guidati dalle suore, per creare una rete tra tutte le consacrate, favorire un ampio canale di comunicazione e di cammino comune con i nostri partner, condividere esperienze e creare uno spazio di riflessione e comunità".

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