"La cultura deve tornare a essere
percepita come un investimento sull'Italia e sui nostri
giovani". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dal palco del
Teatro San Carlo di Napoli, ricorda che la bellezza, la storia,
la peculiarità dei territori, sono patrimoni inestimabili su cui
puntare sempre di più per rafforzare il "nostro ruolo di
protagonisti nel mondo".
Proprio i sontuosi spazi del San Carlo, il più antico teatro
lirico d'Europa, hanno ospitato la Conferenza dei direttori e
delle direttrici degli Istituti italiani di cultura all'estero
promossa dalla nuova Direzione generale per la Diplomazia
pubblica e culturale della Farnesina, fortemente voluta da Di
Maio per rafforzare gli strumenti a disposizione del soft power
italiano. E gli istituti, 84 sedi in tutto il mondo,
rappresentano "la nostra vetrina", ha sottolineato Di Maio
chiudendo i lavori, che hanno celebrato anche il centenario
della fondazione del primo istituto, a Praga, nel 1922.
Un anniversario che per il ministro degli Esteri porta a
"riflettere su quale diplomazia culturale vogliamo per
l'Italia". E la risposta è che bisogna agire su due direzioni.
La prima, "promuovere i nostri valori per costruire un panorama
internazionale fondato sul dialogo, sulla cooperazione, sul
rispetto reciproco", in un momento in cui "gli scenari
internazionali sono sempre più complessi, densi di sfide,
squilibri, di guerra anche nel cuore dell'Europa".
Altrettanto centrale, poi, è la sfida per sfruttare al
massimo la più grande ricchezza italiana per far crescere il
Paese. Un patrimonio che può garantire un futuro alle giovani
generazioni, ha affermato Di Maio. "Investire nella cultura è un
grandissimo investimento economico, non solo un dovere morale",
gli ha fatto eco il collega Dario Franceschini. Rimarcando che
l'Italia ha destinato 7 miliardi per i progetti legati al Pnrr e
finanziati dal Recovery Plan: più di altri Paesi europei. E
dicendosi certo che anche con i successivi governi non si
tornerà più all'epoca dei tagli ai fondi per la cultura.
La valorizzazione del bello dell'Italia passa anche da una
sempre maggiore attenzione ai territori. Non caso la Farnesina
ha deciso di ospitare la conferenza degli istituti di cultura
per la prima volta fuori dal ministero. A Napoli è iniziato un
percorso in cui la rete degli istituti si è messa a disposizione
"dei produttori di cultura" disseminati in ogni angolo della
nostra Penisola, offrendo anche "un palcoscenico internazionale
non solo a chi è già affermato, ma anche a chi pur avendone le
qualità non ha avuto ancora l'opportunità di farsi conoscere e
apprezzare".
Il percorso è appena iniziato, ha confermato Pasquale Quito
Terracciano. L'ambasciatore, che nella due giorni di Napoli ha
fatto gli onori di casa in quanto capo della nuova Direzione
generale della Farnesina per la diplomazia culturale, ha
annunciato che altri eventi analoghi saranno programmati in
altre città italiane.
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