Destinare una quota rilevante dei
fondi per il post-pandemia alla lotta alla crisi climatica,
cooperare per la diffusione delle rinnovabili e dell'efficienza
energetica, aiutare i paesi più poveri nella transizione
ecologica. Ma soprattutto, mantenere l'Accordo di Parigi come un
punto fermo e continuare a sforzarsi per rispettare i suoi
target sul riscaldamento globale. Sono questi gli elementi più
significativi del documento su energia e clima approvato ieri
alla seconda e ultima giornata del G20 Ambiente a Napoli.
Nel documento in 58 punti vengono riaffermati gli impegni
dell'Accordo di Parigi come il faro vincolante che dovrà
condurre fino alla Cop26 di Glasgow a novembre. Obiettivo comune
è mantenere la temperatura ben al di sotto dei 2 gradi e a
proseguire gli sforzi per limitarla a 1,5° al di sopra dei
livelli preindustriali.
I Paesi del G20 concordano nell'aumentare gli aiuti ai paesi
in via di sviluppo: rimane centrale il ruolo dell'impegno
finanziario da 100 miliardi, così come previsto dall'Accordo di
Parigi. C'è un impegno alla cooperazione nell'impiego e nella
diffusione di tecnologie rinnovabili. L'efficienza energetica ha
un ruolo chiave, come pure l'idrogeno.
Anche India e Cina si sono impegnati a eliminare gradualmente
la produzione di energia dal carbone, pur non accettando la data
del 2025 proposta da Stati Uniti e presidenza italiana. I due
paesi non accettano neppure di impegnarsi sull'obiettivo di
mantenere il riscaldamento netto 1,5 gradi al 2030, altra
proposta di Usa e Italia, accettata dagli altri grandi. Sono
questi i due punti sui quali non c'è stato accordo unanime nel
documento finale e che sono stati rinviati al G20 dei capi di
Stato e di governo di Roma a ottobre.
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