(ANSA) - ROMA, 25 MAG - Il Mediterraneo si sta riscaldando
anche in profondità, a causa dei cambiamenti climatici, e
l'aumento delle temperature sta causando drastici cambiamenti
della biodiversità marina. Lo rivela il secondo rapporto del
progetto Mare Caldo di Greenpeace e Università di Genova,
presentato oggi a Trieste.
E' stata rilevata un'anomala "ondata di calore" a giugno 2020
all'Isola d'Elba e all'Area Marina Protetta di Portofino, con
temperature che in pochi giorni e per un periodo di tre
settimane hanno registrato un aumento di circa 1,5 gradi
centigradi rispetto al valore medio mensile, fino a 35-40 metri
di profondità. Questi shock termici, registrati anche in Spagna
e Francia nello stesso periodo, sono particolarmente dannosi per
gli organismi sensibili come le gorgonie, specie simbolo
dell'habitat a coralligeno del Mediterraneo. Come avviene ai
coralli tropicali che si "sbiancano", anche diverse specie
mediterranee mostrano evidenti segnali di necrosi a causa
dell'aumento delle temperature.
I maggiori segnali di sofferenza sono stati registrati sulle
gorgonie rosse, bianche e gialle della AMP di Capo Carbonara
(Sardegna). A sbiancarsi sono anche le alghe corallinacee
incrostanti, particolarmente colpite da questo fenomeno nelle
AMP di Torre Guaceto (Puglia) e Capo Carbonara, e il
madreporario mediterraneo Cladocora caespitosa. A Miramare
(Trieste) nell'agosto 2021 è stato possibile evidenziare la
relazione tra una moria di spugne nere dovute alla presenza di
solfobatteri e un'ondata di calore in mare.
L'aumento delle temperature porta alla scomparsa di alcune
specie, mentre altre, dette termofile, proliferano. È il caso
del vermocane (Hermodice carunculata), che è aumentato in modo
considerevole nelle AMP più meridionali, o di alcune specie
aliene, come il mollusco gasteropode di origine polinesiana
Lamprohaminoea ovalis, osservato per la prima volta all'isola
d'Elba. (ANSA).
