Si chiama Ogyre, ed è la prima
azienda in Italia a fare del suo core business il "fishing for
litter": ritira la plastica raccolta in mare dei pescatori e la
trasforma in costumi da bagno. Ogyre (www.ogyre.com) è stata
fondata da Antonio Augeri e Andrea Faldella, e deve il suo nome
alle "ocean gyres", le correnti oceaniche.
Per Antonio Augeri, "il ifishing for litteri non è altro che
la raccolta dei rifiuti durante le normale attività di pesca:
coinvolgiamo i pescherecci per farci aiutare a riportare a terra
la plastica raccolta dalle reti, per una media di 60 kg al mese
per ciascuna barca. In cambio, li remuneriamo e li solleviamo da
qualsiasi onere (di responsabilità ed economico) che deriva
dallo smaltimento".
Le normative vigenti assimilano i rifiuti marini ai rifiuti
speciali. I costi e la responsabilità penale sono a carico dei
pescatori, e spesso questi sono costretti a ributtarli in mare
invece di riportarli a terra. OGYRE invece compensa i pescatori
per la spazzatura che le portano e si fa carico dello
smaltimento.
I rifiuti raccolti vengono smaltiti correttamente attraverso
Istituti di ricerca o Ong partner: così si può studiare lo stato
di salute del mare e mappare rifiuti e tipologia di impatto
sugli ecosistemi marini. Con la plastica recuperata, la startup
produce due costumi da bagno, con tessuti sintetici fatti con
polimeri riciclati: Oshorts da uomo e Okini da donna, a loro
volta riciclabili.
Il progetto di OgyrE, partito ad aprile 2021, vede coinvolti
i porti di Cesenatico, Goro e Porto Garibaldi (Ferrara) con 7
pescherecci partner che nell'ultimo mese di attività hanno
raccolto oltre 300 kg di rifiuti. L'obiettivo è inaugurare altri
3 porti entro la fine del 2021, con almeno 60 pescherecci.
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