(di Angelo Di Mambro)
Ventitré azioni per espandere le
terre coltivate a biologico in Europa, aumentando domanda e
produzione e rendendo ancora più verde l'agricoltura verde per
antonomasia. È il piano 2021-27 della Commissione europea a
sostegno del settore biologico. L'obiettivo è "ambizioso", come
si dice a Bruxelles, ed è un pilastro del Green Deal europeo:
espandere la percentuale di aree coltivate con metodo bio in
Europa dall'8,5% di oggi al 25% del totale nel 2030. Perché un
suolo a biologico ha "circa il 30% di biodiversità in più
rispetto ai terreni coltivati convenzionalmente", si legge nel
piano.
Per raggiungere l'obiettivo, "dobbiamo garantire che la
domanda stimoli la crescita del settore", dice il commissario Ue
all'agricoltura Janusz Wojciechowski. Stare attenti, cioè, a non
alterare l'equilibrio che oggi fa dell'agricoltura biologica
un'attività che produce meno in quantità ma in media rende di
più alle imprese, grazie a un prezzo premium. Abbassare i prezzi
al consumo è tra le iniziative suggerite, ma con la leva fiscale
e l'Iva ridotta sull'ortofrutta bio, più che col taglio della
remunerazione dell'agricoltore. Gli aiuti Pac ci sono ma, anche
a pieno potenziale con gli eco-incentivi parte della riforma in
discussione, potrebbero non bastare. Allora la Commissione
propone di riservare dei fondi per la promozione nei programmi
annuali Ue. Già è accaduto quest'anno: 86 milioni su un totale
di 183 aiuteranno campagne per prodotti bio e agricoltura
sostenibile.
L'Esecutivo Ue vuole inoltre rafforzare l'aggregazione degli
agricoltori con organizzazioni di produttori settoriali, e
modificare i criteri minimi obbligatori per gli appalti verdi,
con più bio nelle mense di scuole e ospedali. Il 30% dei fondi
Ue per la ricerca agricola dovrebbero essere riservati al
settore, per trovare alternative all'uso del rame e della
plastica nei campi e superare i limiti sulle rese.
Gli sforzi andranno calibrati secondo la situazione di
partenza dei paesi. Austria, Svezia, Estonia, Cechia e Italia
hanno percentuali di superfici bio che vanno dal 15 al 25%.
Olanda, Polonia, Bulgaria e Romania sono al di sotto del 4%.
Senza "collaborazione a livello Ue, nazionale e locale", ricorda
Wojciechowski, il target del 25% è utopia.
Il piano "va attuato dagli Stati attraverso i piani
strategici nazionali della Pac", commenta Eduardo Cuoco di Ifoam
Europa. Anabio, l'Associazione per il biologico di
Cia-Agricoltori Italiani chiede di rivedere il piano nazionale
sul biologico per evitare che l'aumento della domanda faccia
crollare i prezzi per gli agricoltori. L'Alleanza delle
cooperative saluta con favore misure per incentivare non solo la
conversione delle superfici coltivate, ma anche la domanda.
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