In era Covid cala lo spreco di cibo
in Italia ma se ne butta ancora tanto: nel 2020 sono 5,2 milioni
le tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura tra quello che
si getta tra le mura domestiche e ciò riguarda tutta la filiera
per un valore di circa 9,7 miliardi di euro di cui solo 6
miliardi e 403 milioni di spreco alimentare domestico nazionale
e oltre 3,2 miliardi di euro, invece, di perdite in campo e lo
spreco nel commercio e distribuzione.
Questi i dati contenuti nel report di Waste Watcher
International Observatory
on Food and Sustainability (su rilevazione Ipsos), in occasione
dell'8/a Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco
alimentare, diffusi dalla Campagna spreco zero, artefice anche
della giornata nazionale di sensibilizzazione che ha organizzato
una maratona online.
Ma nel 2020, si legge nel rapporto, con i differenti stili di
vita dovuti ai lockdown per via del Covid, è aumentata la
consapevolezza del valore del cibo: in evidenza, infatti, la
contrazione dello spreco in Italia con un calo, rispetto al
2019, di quasi il 12% (3,6 kg) tra le mura domestiche con
all'attivo uno spreco di cibo a testa di 'soli' 27 kg (529
grammi a settimana). Questo significa 222.125 tonnellate di cibo
'salvato' e un risparmio di 6 euro pro capite, ovvero 376
milioni di euro a livello nazionale, in un intero anno.
"In casa e in cucina, reduci dai mesi di lockdown e
distanziamento, gli italiani lanciano un'Opa sul loro futuro -
spiega l'agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna
Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello
spreco alimentare - la tendenza a una netta diminuzione dello
spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale
gioca la parte del leone con un'incidenza del 60/70 per cento
sullo spreco di filiera, si conferma saldamente in questo primo
scorcio del 2021".
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