Nel 2020 il tasso di attività femminile in Italia ha subito un significativo calo e si è attestato al 54,7%, segnando una riduzione del 2% rispetto all’anno precedente; per effetto di questa contrazione, l’Italia si posiziona come ultima nazione nell’Unione europea in termini di occupazione femminile. Questo quanto emerge da un’indagine ad hoc ‘Digitalizzazione e sostenibilità: le sfide per il futuro delle imprese’ a cura della direzione Studi e ricerche Intesa Sanpaolo, presentato in occasione della quinta edizione del premio 'Women Value Company' Intesa Sanpaolo, in diretta on-line, con l'evento 'Inclusione, talento femminile e parità di genere: risorse strategiche per la crescita e l'innovazione aziendale', istituito dalla Fondazione Marisa Bellisario e dal gruppo bancario per dare visibilità alle Pmi che investono su donne, gender equality e welfare.
Secondo l'analisi arrivano “segnali incoraggianti, tuttavia, nel primo trimestre 2021 con una crescita delle imprese femminili che superano 1,3 milioni e rappresentano il 22% del totale nazionale, trainate soprattutto dalle imprese femminili giovani (più 8,1% nel primo trimestre). La pandemia e la crisi che ne è derivata hanno colpito in modo più rilevante il mondo femminile: sarà centrale, anche attraverso il Pnrr, riuscire a colmare i divari strutturali e dimensionali”.
In collaborazione con:
INTESA SANPAOLO