(ANSA) - ROMA, 14 DIC - Una nuova stagione per il terzo settore basata su una 'rivoluzione copernicana' all'insegna di responsabilità condivisa, coprogrammazione e coprogettazione. E' quella che si è aperta con la sentenza della Corte Costituzionale 131/2020, che ha ridato vita al principio di sussidiarietà introdotto nella Costituzione nel 2001, ma finora rimasto sulla carta, non trovando una concreta applicazione. A sollecitarne l'adozione sono stati i partecipanti al webinar di Terzjus- Osservatorio di diritto del terzo Settore - dal titolo: "Promuovere i beni comuni: verso un'amministrazione condivisa".
Vi hanno partecipato, tra gli altri, Ferruccio De Bortoli, presidente di Vidas ed editorialista del Corriere della Sera, Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, oltre al presidente di Terzjus, Luigi Bobba. "Il compito di promuovere i beni comuni passa necessariamente attraverso l'amministrazione condivisa - ha dichiarato Bobba -.. Dopo la sentenza n.131 della Corte costituzionale e dopo l'intervento legislativo nel dl "Semplificazioni", lo Stato, nelle sue diverse articolazioni, non può più considerarsi l'unico detentore dell'interesse generale. Questa rivoluzione copernicana, incentrata sul principio di sussidiarietà orizzontale, obbliga altresì gli Enti di terzo settore a pensarsi non come meri fornitori ma come "partner di progetto" delle Amministrazioni pubbliche, ovvero a condividere non solo risorse economiche, ma anche progettuali e di conoscenza dei bisogni della propria comunità". (ANSA).