"Più lontano vedi, più a
lungo sogni!". Si intitola così, il libro dedicato a Giulio
Petronio, il celebre pastore di Castel del Monte (L'Aquila),
"re" del formaggio pecorino canestrato, improvvisamente
scomparso nel febbraio scorso.
Il volume, edito dall'associazione culturale Castru Montis
presieduta da Mario Basile, sarà presentato venerdì 5 agosto, in
un doppio appuntamento: il primo, alle ore 10 a Campo Imperatore
nell'ambito della Rassegna degli Ovini, e il secondo, alle ore
21.30 in paese in Rione Capo Croce, con un intermezzo musicale
del maestro Orazio Tuccella e con la proiezione della
conversazione "I granai della memoria" (2013) dell'Università di
Scienza Gastronomiche di Bra-Pollenzo.
Il libro è un racconto della vita di Petronio, "il militante
politico, l'amministratore comunale, l'imprenditore
lungimirante", fatto attraverso numerose testimonianze di
persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, a
partire da alcuni suoi dipendenti che lo ricordano "come un
padre, non come un proprietario".
Nelle pagine del volume, aperte dagli interventi istituzionali
del sindaco di Castel del Monte, Matteo Pastorelli,
dell'assessore regionale all'Agricoltura Emanuele Imprudente e
dalla presidente della Camera di Commercio Gran Sasso Antonella
Ballone, si susseguono ricordi e testimonianze. Presenti, tra
gli altri, quelli della nipote, Manuela Tripodi, dello stesso
maestro Tuccella, del giornalista Marco Signori, dell'ex
direttore del Parco del Gran Sasso Marcello Maranella.
Un racconto che parte dallo sconfinato amore che Giulio aveva
per il suo lavoro, che lo indusse a contravvenire alle volontà
del padre che vendette il gregge per scongiurare che il figlio
continuasse la sua attività: "Sono figlio di Castel del Monte.
Qui tutti facevano quest'attività. Nel Settecento su 200
famiglie castellane ben 180 erano di pastori! I nostri pastori
erano considerati i migliori. Quando si doveva dire che un
pastore era bravo, si diceva: 'È un pastore di Castel del
Monte!'".
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