Il rapporto della città
dell'Aquila con la Basilica di Collemaggio: è questo lo scenario
della docufiction "Il segno del Perdono", scritta e diretta da
Marco Zaccarelli con la produzione di Visioni Future e Teatro
Zeta, presentata questa mattina a Palazzo dell'Emiciclo
all'Aquila. "Un percorso che racconta tutto ciò che questo luogo
rappresenta per il territorio - ha spiegato Luca Cococcetta,
produttore esecutivo - Per la diffusione della conoscenza del
territorio è importante contare su prodotti audiovisivi che
usino un linguaggio internazionale". Attraverso la storia di una
bambina che, a dieci anni dal battesimo, torna a Santa Maria di
Collemaggio appena restaurata, la narrazione coglie lo spunto
per raccontare, con le immagini e le parole di chi l'ha vissuta,
l'esperienza della Basilica che da campo di ricovero degli
sfollati del terremoto del 2009 pian piano torna al suo
splendore grazie al restauro, fino ad accogliere nuovamente la
Perdonanza Celestiniana, celebrazione simbolo della tradizione
aquilana storica e religiosa.
La produzione del documentario è stata possibile grazie al
sostegno della Giunta regionale d'Abruzzo, Servizio Beni e
Attività Culturali, attraverso il contributo regionale ex L.R.
98/1999, fondi per l'audiovisivo, al patrocinio del Comune
dell'Aquila e al contributo di Unirest srl, Arcamedica e La
Compagnia del Viaggiatore. "Il prossimo passo potrebbe essere
affrontare i misteri emersi dal restauro della Basilica - ha
detto il vicepresidente del Consiglio regionale d'Abruzzo
Roberto Santangelo, intervenuto con l'assessore regionale al
Turismo Daniele D'Amario e l'assessore a Turismo e promozione
dell'Immagine del Comune dell'Aquila Fabrizia Aquilio - Questo
lavoro ha tracciato una via per altri prodotti di egual
fattura".
"Dare spazio a un legame, ai propri simboli e non solo alla
fede, nella scia del progetto per il 2021-2027 con cui vogliamo
far ripartire in maniera seria la Film commission, investendo
milioni di euro - ha aggiunto D'Amario - Stiamo per presentare
una legge regionale per creare un sistema della cultura che
metta a sistema tutte le attività culturali già presenti sul
territorio".
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