La pandemia ha inciso
profondamente sulla dinamica demografica dell'Italia, non
risparmiando sopratutto il Mezzogiorno e anche l'Abruzzo. La
conferma arriva dallo studio presentato dal Cresa e che conferma
come il declino demografico avviatosi in Abruzzo già dal 2013
sia stato accelerato dagli effetti dell'epidemia Covid-19. Nel
2020 L'Abruzzo ha registrato nel 2020 16,3 mila decessi, 1,7
mila in più rispetto all'anno precedente (+11,5%): per quanto
riguarda i morti per Covid in Abruzzo sono stati 1.238,
corrispondenti al 7,6% del totale, valore più elevato di quello
che si osserva al livello della Mezzogiorno.
Sono soprattutto Pescara con 352 morti Covid e L'Aquila con
349 casi, in entrambe con un peso di poco superiore al 9%, a
pagare il più alto tributo per decessi Covid. Chieti e Teramo si
sono assestati su valori assoluti (rispettivamente 270 e 267
casi) e percentuali (5,6% e 7,1%) inferiori. Alle conseguenze
immediatamente riconducibili al virus, dovute all'aumento dei
malati, dei ricoveri ospedalieri e dei decessi, si sono sommati
i contraccolpi che le misure volte a contenere la diffusione dei
contagi hanno prodotto sulla vita delle persone con le
restrizioni di movimento e l' interruzione totale o parziale
delle attività lavorative.
Per quanto riguarda le nascite Chieti ha registrato 2.289
nati (-56,1% nel confronto con l'anno precedente) che
rappresentano il 27,8% del valore abruzzese, Pescara 2.127
(-18,9%), vale a dire il 25,9% del totale regionale, Teramo
1.942 (-46,3% su base annua) pari al 23,6% dei nati in Abruzzo e
L'Aquila 1.869, in lieve decremento rispetto al 2019 (-4,3%)
(22,7% dell'Abruzzo). I dati del Cresa hanno dimostrato come le
misure adottate per contenere l'epidemia e la paura dei contagi
abbiano fatto crollare i movimenti migratori.
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