Cure oncologiche con terapie a
bersaglio molecolare ovvero con un trattamento stabilito non più
tenendo conto solo degli aspetti istologici del tumore, ma anche
in relazione alle sue caratteristiche molecolari, che possono
essere diverse per ciascun paziente. L'Anatomia Patologica di
Chieti, diretta da Antonio Marchetti, alla guida del gruppo di
lavoro di Patologia molecolare e medicina predittiva istituito
dalla Società Italiana di Anatomia Patologica, sta sviluppando
test diagnostici per ricercare biomarcatori per la selezione
della terapia più appropriata. "Con altri 14 centri lavoriamo
sul sequenziamento di nuova generazione, noto con la sigla NGS -
spiega Marchetti, professore Ordinario di Anatomia Patologica
dell'università d'Annunzio e direttore dell'omonima Unità
operativa dell'ospedale di Chieti - per la diagnosi
prioritariamente dei tumori di polmone, ovaio, colon, melanoma e
mammella che più di altri rispondono alla teoria mutazionale
sull'origine del cancro. Si tratta di un modello secondo cui il
tumore si genera, progredisce e si diffonde per accumulo di
mutazioni genetiche: è necessario identificarle e disporre di
informazioni dettagliate per tracciare il profilo molecolare
delle varie forme tumorali e trattare i pazienti con terapie
personalizzate. E' evidente che i test di profilazione genomica
innovativi, come l'Ngs, e lo sviluppo di nuovi farmaci
oncologici, detti mutation specific, rappresentano
un'opportunità terapeutica preziosa, che va a integrarsi con il
modello tradizionale di tipo istologico, finora l'unico
riferimento nella ricerca e nella pratica oncologica. Senza
dimenticare l'assoluto valore terapeutico dei nuovi farmaci
oncologici della generazione mutazionale per i tumori rari e nei
pazienti che hanno esaurito le linee di trattamento standard".
"Alla luce della qualità degli studi condotti nei nostri
laboratori a Chieti - precisa il direttore generale della Asl
Lanciano Vasto Chieti Thomas Schael - nonché del ruolo guida di
Marchetti nell'ambito della comunità scientifica, sono certo che
la programmazione regionale saprà tener conto dei risultati
raggiunti e delle potenzialità di crescita della nostra
ricerca".
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