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La sociedad de la nieve, tragedia aerea e cannibalismo

La sociedad de la nieve, tragedia aerea e cannibalismo

Al Lido la chiusura con il disastro areo nelle Ande nel 1972

VENEZIA, 09 settembre 2023, 17:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apertura in mare con Comandante di Edoardo De Angelis e chiusura tra le montagne con La sociedad de la nieve di J.A. Bayona. Sarà proprio questo film, subito dopo la premiazione nella Sala Grande del Lido, a chiudere questa ottantesima edizione della Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia. Opera fuori concorso, racconta di un'epica vicenda di sopravvivenza in condizioni estreme, un fatto di cronaca che sconvolse negli anni Settanta l'opinione pubblica perché ruppe un terribile tabù, quello del cannibalismo. La domanda era: è giusto nutrirsi di un essere umano per sopravvivere? Siamo nel 1972 e il volo 571 delle Forze aeree dell'Uruguay con a bordo una squadra di rugby diretta in Cile precipita su un ghiacciaio nel cuore delle Ande. Allo schianto sopravvivono solo ventinove dei quarantacinque passeggeri, che si ritrovano in uno degli ambienti più ostili al mondo e obbligati a ricorrere a misure estreme per poter restare in vita. E va detto che a questi ragazzi capita davvero di tutto, ma è tanta la voglia di vivere che, non senza orrore, cominciano a mangiare i loro stessi compagni di squadra. Anzi, molti di loro, prossimi alla morte, volontariamente autorizzano i sopravvissuti di nutrirsi del proprio corpo.
    Comunque va reso atto al regista spagnolo, che ha diretto film come Sette minuti dopo la mezzanotte (2016) e Jurassic World - Il regno distrutto (2018), di non aver indugiato in scene truculente che potevano dar fastidio. Il difetto casomai di questo film Netflix, tratto dal romanzo di Pablo Vierci sceneggiato da J.A. Bayona, Bernat Vilaplana, Jaime Marques e Nicolás Casariego, è la totale assenza dell'enorme dibattito etico, religioso e filosofico che si aprì quando si scoprì il segreto della loro sopravvivenza.
   

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