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Suonato per la prima volta un Armonium dopo più di cent'anni

Suonato per la prima volta un Armonium dopo più di cent'anni

Pezzo di punta festeggiamenti anniversario Museo Padova Ebraica

PADOVA, 29 giugno 2021, 10:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono stati i restauratori a capire il pregio dell'Armonium che avevano per le mani, uno dei manufatti di proprietà della Comunità ebraica di Padova e del Museo della Padova Ebraica che sono stati restaurati, insieme ai muri di cinta del cimitero ebraico di Rovigo, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Si tratta di un pezzo costruito nel 1855 dall'organaro scledense Giovanni Battista De Lorenzi con il particolare sistema fonocromico (sono accorgimenti che permettono di intervenire sulla sonorità), strumento però inutilizzato da decenni.
    Le sue note sono risuonate per la prima volta dopo più di un secolo nei giorni scorsi, grazie al maestro Enrico Zanovello, in un concerto che ha caratterizzato la serata di presentazione dei restauri, con cui il Museo della Padova Ebraica ha festeggiato il suo sesto compleanno e alla quale hanno partecipato le principali autorità cittadine: il prefetto Raffaele Grassi, la questora Isabella Fusiello, l'assessore alla Cultura Andrea Colasio e il presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro.
    L'Armonium del De Lorenzi, che ora fa parte della collezione del Museo, è diventato così il pezzo di punta fra i manufatti oggetto di restauro. Ad esso si affiancano un porta Sefer (il rotolo della Torah) e un leggio ligneo del XVII secolo, alcuni argenti rituali come una lampada di Chanukkà e dei Rimmonnim (puntali decorativi per i rotoli della Torah) e la manutenzione dei dossier lignei della Sinagoga italiana. Ma l'operazione sostenuta dalla Fondazione, nell'ambito del progetto di restauro e rilancio dei luoghi ebraici nel nostro territorio, ha coinvolto anche la città di Rovigo, la cui comunità ebraica nel 1930 si era unita a quella di Padova, ma che la Shoah ha poi spazzato via. A ricordare la presenza degli ebrei nel Polesine resta il cimitero di via Stacche, il cui muro di cinta è stato restaurato (per visitare il sito, contattare l'associazione Teradamar).
   

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