(ANSA) - VENEZIA, 08 GEN - Alla fine, i dati "pesanti"
sull'andamento dell'epidemia hanno indotto il Governo a porre il
Veneto in zona aranzione a partire da lunedì prossimo assieme ad
altre quattro regioni - Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e
Sicilia - con l'ordinanza che sarà firmata dal ministro Speranza
e che sarà in vigore fino
a venerdì 15 gennaio, data in cui scadrà il Dpcm.
Anche oggi, come succede da una ventina di giorni, i nuovi
contagi hanno superato quota tremila, con 3.379 casi di
positività e il totale a 280.710. I deceduti sono 106, cifra che
fa toccare il tetto dei 7.263 morti da inizio pandemia. IL
sistema ospedaliero resiste comunque, con 20 ricoverati in meno
in area non critica - in totale 2.958 - e 387 in terapia
intensiva (-2).
"Come ho sempre sostenuto, al pari anche di tutte le altre
Regioni, la decisione della classificazione in aree deve essere
competenza esclusiva dell'autorità scientifica, che per noi è
l'Istituto Superiore di Sanità. Prendiamo atto di questa nuova
classificazione, che viene in un momento non facile per il
Veneto, così come per l'Italia, l'Europa e il Mondo", è stato il
commento del presidente della Regione, Luca Zaia. "Non
dimentichiamo - ha aggiunto - la situazione in tutta Europa, con
la Germania che ha mille morti al giorno e ha prolungato il suo
lockdown, o con l'Inghilterra che registra 58 mila casi ogni
giorno. Noi siamo due settimane in ritardo rispetto alla terza
ondata che sta interessando Germania, Inghilterra e tutta
l'Europa". Tra le richieste di Zaia, la "messa a disposizione
dei ristori per le categorie imprenditoriali e commerciali che
devono chiudere o che comunque vedranno assottigliarsi il flusso
dei clienti. I mancati fatturati di tante categorie economiche
vanno compensati al più presto".
Sul tema oggi è intervenuto anche il Pd regionale, con il
segretario Alessandro Bisato, che per il Veneto ha chiesto la
più dura zona rossa: "Al di là della scelta del Governo - ha
proseguito - la Regione del Veneto può gestirsi, e il presidente
Zaia deve decidere. L'esempio della Toscana è emblematico: dopo
due settimane di zona rossa l'epidemia è rientrata e l'economia
ha potuto riprendere. Ma il grido d'allarme che arriva dagli
ospedali è univoco e la Regione deve intervenire. I numeri
provincia per provincia ci dicono in queste ore che i posti
letto effettivi in terapia intensiva rispetto ai nominali sono
risicati. Serve una presa di posizione forte da parte della
Regione Veneto. Ovvero - ha concluso Bisato - serve un
intervento molto più selettivo di quanto fatto finora". (ANSA).