VIDEO - Glenn Ashby: ecco la storia mai raccontata di come Team New Zealand "scoprì" i foil per far volare i catamarani di Coppa America! Con le immagini dei primi test su un catamarano a motore. Perchè l'America's Cup è sempre stato il terreno per scoperte e sorprese tecnologiche e progettuali
In questi giorni tutti i team di Coppa America (oltre agli avvocati che fanno la spola con i giudici dell'Arbitration Panel, ma questa è un'altra storia) sono concentrati a studiare ogni possibile sviluppo, soluzione, diavoleria, che possa servire a guadagnare velocità, prestazioni, manovrabilità, insomma spunto vincente, ai nuovissimi e ancora sconosciuti monoscafi AC75 che saranno varati nei prossimi mesi.
La sorpresa può arrivare in ogni momento, è dietro l'angolo. La storia dell'America's Cup, e in gran parte anche la sua forza, è proprio questa imoprevedibilità legata agli sviluppi tecnologici, quasi scientifici, dietro a una barca a vela. Lo furono i J-Class, lo furono le alette sulla chiglia di Australia II, lo fu la poppa aperta del Moro di Venezia, la plastica di Kiwi Magic, le vele al carbonio, quindi i multiscafi (introdotti prima da Dennis Conner per difendersi dalla sfida della big-boat neozelandese, poi da Larry Ellison con il maxi trimarano cui rispose Alinghi con un catamarano, e infine i cat furono scelti dal defender Oracle), la wingsail, i foil - applicazione "scoperta" in Coppa dai neozelandesi, come racconta in questo video Glenn Ashby -, la potenza idraulica gestita da grinder-ciclisti (altro copyright kiwi)...
E' certo che se solo oggi ETNZ e Glenn Ashby ritengono il momento di "raccontare" un po' di storie segrete, è perchè quei segreti ormai sono superati, e chissà da quali altre novità in arrivo. Pronti dunque ad altre sorprese nella 36AC che verrà, molto presto. In fondo questo aspetto rende ancora l'America's Cup qualcosa di unico, rispetto a imitazioni più o meno azzeccate e finanziate. Questo video è un invito ad attendere con ansia e fiducia la prossima Coppa America.