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Rivoluzione Laser Quale nuovo rig?

Una cinquantenne ancora molto arzilla

Responsabilità editoriale Saily.it

In pieno confronto per un futuro olimpico incerto, la classe Laser si dibatte in una difficile voglia di resistenza e rinascita, forte di 220mila barche nel mondo. Spuntano due nuovi rig evoluti, uno da Australia e Giappone e uno in Europa. La classe internazionale ILCA, per ora, resta a guardare. Ma... ecco cosa puo' succedere nel futuro della deriva più diffusa al mondo - GUARDA 2 VIDEO

 

La domanda se per una barca/classe lo status olimpico sia un vantaggio o uno svantaggio puo' prevedere risposte diverse in singoli casi. Il successo del Laser esisteva già prima che diventasse olimpico, poi classe e costruttore hanno mantenuto un mix di conservatorismo e novità (Radial, 4.7) che hanno consentito alla classe di continuare a crescere.

Ora nasce uno, anzi nascono due nuovi rig, che segnano una mezza rivoluzione, ed è quantomeno singolare che l'annuncio arrivi appena chiusi i trials di evaluation olimpica per Laser e suoi competitor. Significa che il Laser manda a dire che il suo futuro è ben individuato, che quello scafo intramontabile troverà col nuovo rig moderno nuova spinta, e tutto questo indipendentemente dalla conferma o dalla fine dello status olimpico? Puo' darsi. Ma certo portare il Laser C5 (così si chiama il nuovo rig, alberatura in carbonio e randa square-topped stile skiff) ai trials sarebbe stato forse un segnale più chiaro.

E' anche vero che il Laser si è iscritto al test di valutazione di World Sailing per quello che è oggi, da classe olimpica in carica, che assegnerà altre sei storiche medaglie a Enoshima Tokyo 2020, quindi il C5 avrebbe scombussolato le carte del team di valutatori e non sarebbe stato giusto verso le altre barche in corsa.

Dal video qua sotto potete vedere cosa è e come funziona la nuova attrezzatura da montare sul vecchio caro Laser: albero e boma di carbonio, randa in laminato con chiusura lampo, colorazione sui ferzi arancione come le vele dei 29er, del resto il capo design è Julian Bethwaite, papà degli skiff. Il C5 è stato portato avanti dai costruttori Laser australiani e giapponesi. "E' come vedere una signora con uno splendido abito nuovo", dice il presidente dell'associazione australiana Laser. Ma sotto al vestito c'è altro: l'intero rig è smontabile e trasportabile in aereo.

UN VIDEO SU COME NAVIGANO I LASER CON IL NUOVO RIG C5

La nuova attrezzatura pare pensata soprattutto per attrarre i giovani che lasciano l'Optimist e i pesi leggeri, la randa è efficiente ma scarica molto meglio e quindi si "regge" senza soffrire come la Standard e la Radial tradizionali. Resta la domanda se il business di questo prodotto riguardi la barca in se oppure sia un package extra offerto a chi ha già lo scafo Laser, una sorta di opzione in più.

La risposta arriva in parte da Australia e Giappone: inseriranno sul mercato, e sui campi di regata, 100 rig C5 nei prossimi 9 mesi per test su larga scala, servirà a capire la reale portata del prodotto e la sua capacità di creare una domanda. Poi risultati alla mano si porterà il progetto al Council dell'ILCA, la classe Laser internazionale che deciderà se, come, quando introdurlo, magari come classe Laser C5, ulteriore e indipendente come per i Radial e i 4.7, senza bisogno quindi di rimpiazzare il vecchio rig.

Qualora invece il C5 avesse successo e le caratteristiche si dimostrassero superiori ai vecchi Laser, il programma potrebbe essere la sua progressiva introduzione, con scale di superficie velica sulla stessa base, e quindi il graduale abbandono di Standard, Radial, 4.7... Tuttavia le cose non sono così semplici.

Il fatto che il Laser sia in corsa per la conferma olimpica 2024 indica che un eventuale rimpiazzo planetario di rig non è considerato plausibile in tempi ragionevoli per una campagna olimpica. Di più: come fatto da australiani e giapponesi, LaserPerformance che è costruttore per Europa e Nord America, ha a sua volta lanciato un aggiornamento del rig, peraltro a quanto pare cogliendo di sorpresa la stesa ILCA. D'altra parte le novità di LaserPerformance seguono esigenze chiare degli utenti e affondano nella storia recente del rig Laser.

Dopo l'introduzione dei moderni vang e cunningham con molti rinvii, i laseristi hanno imparato a piegare l'albero usando il cunningham e ai miglioramenti di uso e prestazioni sono seguiti problemi di minore longevità delle vele e di tenuta degli alberi, nati per l'originale rinvio del vang 3:1. Da qui la nuova vela MKII introdotta di recente, e l'albero superiore in carbonio, con lievi ulteriori miglioramenti per la vita dei velisti, e non del tutto risolti contrasti con la classe che voleva mantenere attive anche le vecchie attrezzature.

Alla fine LaserPerformance è andata avanti col suo progetto di rinnovamento del rig Laser, allo scopo di avere una barca più moderna, con attrezzatura al passo con le nuove tecnologie e materiali, e una barca con un maggior range di peso dei timonieri. Ci hanno lavorato Scott Ferguson e l'ex finnista Robby Doyle, oltre a progettisti Harken, e usando come tester due campioni come Robert e Gintare Scheidt. Il risultato è il rig con la randa ARC1 e ARC2.

"L'intento delle vele ARC non è di sostituire i vecchi rig - dicono alla LP - impossibile farlo con 215.000 Laser in circolazione nel mondo. ARC è semplicemente una opzione aggiuntiva, e una esperienza velica differente con lo stesso scafo. Bisogna vedere però se ILCA lo accetterà. Non sappiamo come finirà, ma credo che la scelta finale dipenderà anche dall'accoglienza da parte dei velisti."

VIDEO DEL NUOVO RIG DI LASERPERFORMANCE

Insomma è tempo di cambiamenti, e nel bel mezzo di un trials olimpico la vecchia signora di 50 anni addirittura discute su diverse strade per mutare pelle... Di sicuro, un segnale di grande vitalità.

Responsabilità editoriale di Saily.it