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Il Celva al lavoro su una ‘carta d’intenti’ per la casa

Il Celva al lavoro su una ‘carta d’intenti’ per la casa

Da snellimento iter autorizzativi a riuso edifici

05 dicembre 2017, 14:23

Redazione ANSA

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Il Celva al lavoro su una ‘carta d’intenti’ per la casa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Celva al lavoro su una ‘carta d’intenti’ per la casa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Celva al lavoro su una ‘carta d’intenti’ per la casa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dare sempre più importanza al momento del progetto della casa. Analizzando la normativa regionale e i vincoli che ne derivano, per poi definire lo scenario su cui elaborare gli elementi prioritari di intervento. Va in questa direzione la ‘carta d’intenti’ su cui sta lavorando il Consorzio degli Enti Locali della Valle d'Aosta (Celva) insieme agli ordini e ai collegi professionali. L’occasione per trattare queste tematiche è stata la giornata di riflessione ‘La casa in Valle d’Aosta, entre histoire et innovation’, organizzata il primo dicembre al Théâtre de la Ville di Aosta.

“Il Piano territoriale paesistico e i Piani regolatori sono strumenti sui quali bisogna intervenire: espressione del tempo in cui sono stati concepiti, ora sono soggetti a un vero e proprio sovraccarico di norme”, ha sottolineato Giovanni Barocco, sindaco di Quart (Aosta). “Bisogna inoltre snellire – ha spiegato – gli iter autorizzativi, con l’obiettivo di rispondere più efficacemente ai bisogni dei cittadini. Parlando poi di conferenze di pianificazione, gli amministratori non devono essere considerati una sorta di controparte, bensì una parte che propone una visione e una conoscenza d’insieme del proprio territorio”.

Esaminando la legge regionale numero 11 del 1998 in materia di urbanistica e di pianificazione territoriale, sono emerse possibili semplificazioni in materia di regole igienico-sanitari, nonché l’introduzione di adeguamenti alla normativa paesaggistica. È stata discussa poi la necessità di rivalutare il peso del regolamento edilizio e l’impegno delle commissioni edilizie che, con opportune modifiche normative, potrebbero essere ripensate e razionalizzate a livello di ambito territoriale. Riguardo al recupero del patrimonio storico, il Celva e gli ordini professionali ritengono necessario puntare sul riuso degli edifici. Una strategia da attuare con l’impiego di nuove tecnologie che permettono il mantenimento degli elementi tipologici e formali dell’edificio, consentendo la fattibilità tecnica e la riduzione dei costi.

Per Giovanni Barocco “è auspicabile sostenere una crescita culturale allargata di tutti i portatori d’interesse, attraverso azioni di informazione e di formazione sull’evoluzione dell’architettura e sulle nuove tipologie e tecnologie. Dobbiamo promuovere la circolazione delle idee e combattere in alcuni casi la resistenza al cambiamento. Un appuntamento come quello di oggi può allora essere il primo di una serie di incontri annuali tra gli esperti del settore e tutti i portatori d’interesse”, quali cittadini, imprese e artigiani del settore, amministratori, dirigenti e tecnici degli enti locali, uffici sanitari e rappresentanti dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, oltre che le strutture regionali competenti.

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