Il Consiglio dei ministri ha
impugnato il 30 maggio scorso davanti alla Corte costituzionale
la parte della modifica della legge di stabilità regionale per
il triennio 2018/2019 che in Valle d'Aosta "attribuisce agli
enti locali la facoltà, per il 2019, di avvalersi di personale a
tempo determinato o con convenzioni ovvero contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 70%
della media della spesa sostenuta nel triennio 2007-2009 per le
medesime finalità". Secondo il governo "è stato fatto divieto
alle amministrazioni pubbliche di stipulare i contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, a decorrere dal 1
luglio 2019". La disposizione regionale, sempre secondo il
Consiglio dei ministri, poi non è in linea con la disciplina che
"vincola la possibilità per la pubblica amministrazione di
ricorrere ai contratti di collaborazione, e ciò al fine di
scongiurare alla radice il rischio di abusi delle collaborazioni
esterne pur in presenza di un elevato numero di dipendenti
pubblici".
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