Le big di Wall Street macinano utili e si mostrano più forti della recessione. Da JPMorgan a Goldman Sachs, le grandi banche americane presentano conti sopra le attese nel terzo trimestre dimostrando di essere in grado, almeno per il momento, di navigare la crisi senza eccessivi problemi e di continuare a tenere aperti quei rubinetti del credito essenziali per la ripresa economica. Le trimestrali, con gli accantonamenti per potenziali perdite sui crediti, segnalano comunque che, pur in presenza di un'accelerazione, l'economia non è ancora fuori dai guai L'ultima in ordine temporale a sorprendere in positivo è Morgan Stanley, che archivia il periodo luglio-settembre con utili in aumento del 25% a 2,7 miliardi di dollari, sopra i 2 miliardi attesi dagli analisti, su ricavi in crescita del 16% a 11,66 miliardi. Utile quasi raddoppiato per Goldman Sachs a 3,62 miliardi di dollari rispetto agli 1,94 miliardi di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. In rialzo anche i ricavi, saliti a 10,78 miliardi. Nel terzo trimestre Goldman Sachs ha accantonato 278 milioni di dollari per potenziali perdite sui crediti, una cifra inferiore a quella del secondo trimestre. Celebra un trimestre sopra le attese JPMorgan con utili per 9,44 miliardi di dollari e ricavi pari a 29,94 miliardi. La banca guidata da Jamie Dimon ha accantonato 611 milioni di dollari per potenziali perdite sui crediti futuri, il 94% in meno rispetto al secondo trimestre e decisamente sotto ai 2,38 miliardi attesi dagli analisti. Sopra le attese anche Citigroup e Bank of America. Soddisfatti delle trimestrali gli analisti guardano già avanti e si interrogano sul peso che i bassi tassi di interesse avranno sulla redditività. Alla crisi innescata dalla pandemia i colossi americani si sono affacciati più forti rispetto al 2008 mostrando i muscoli e una resistenza inattesa. Ma - come ha avvertito il Fondo Monetario Internazionale - l'emergenza da coronavirus rappresenta un test importante per il sistema finanziario globale, anche americano.