(ANSA) - SPOLETO, 22 GIU - In buone condizioni di salute è
stato dimesso, nei giorni scorsi, dall'ospedale "San Matteo
degli Infermi" di Spoleto, un giovane paziente di 30 anni
sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico di
linfadenectomia retroperitoneale robot-assistita che si è reso
necessario per rimuovere alcune metastasi da tumore del
testicolo.
L'équipe operatoria guidata dal direttore dell'unità operativa
di Urologia, il dottor Luigi Mearini, coadiuvato dai suoi
collaboratori Patrizio Camilli e Carlo Vivacqua, ha portato a
termine in circa quattro ore il complesso intervento, con
l'importante ausilio del robot Da Vinci, garantendo al paziente
un tempestivo recupero post-operatorio.
A meno di 18 ore dall'intervento chirurgico, il giovane infatti
ha potuto alzarsi ed iniziare ad alimentarsi secondo precise
disposizioni mediche.
"La tecnologia robotica - spiegano in una nota i chirurghi
dell'azienda Usl Umbria 2 - con soli cinque accessi chirurgici
da 7 millimetri, ha permesso una procedura chirurgica
tradizionalmente effettuata con un'incisione addominale di
almeno 40 centimetri. L'aspetto estetico nonché il rapido
recupero post/operatorio sono tuttavia un elemento marginale
rispetto all'aspetto tecnico di chirurgia, ossia l'asportazione
completa e senza complicanze di intere catene linfonodali adese
alla vena cava e all'aorta, purtroppo sede di malattia maligna a
partenza da un pregresso tumore del testicolo".
Tutto questo è stato reso possibile anche in un momento di
intenso e complesso percorso assistenziale legato alla pandemia
da coronavirus grazie alle professionalità e alla disponibilità
di tutta l'équipe, formata da ausiliari, infermieri, anestesisti
e chirurghi.
Tutto il dipartimento di Chirurgia della Usl Umbria 2 esprime
- nella nota - un pensiero e un ringraziamento particolare alla
collaborazione diretta ed indiretta tra i due presidi
ospedalieri di Foligno e Spoleto che ha coinvolto tutto il
personale.
"Questa sinergia di obiettivi - spiega il direttore del
dipartimento, Mearini - è stata particolarmente importante nel
momento in cui, per esigenze legate all'emergenza sanitaria, il
presidio ospedaliero di Foligno è stato dedicato alla assistenza
dei pazienti affetti da Covid-19, situazione che ha di necessità
imposto la riduzione delle prestazioni chirurgiche riservate
solo all'emergenza-urgenza, mentre sul presidio ospedaliero di
Spoleto, con percorsi rigorosamente Covid-free, sono stati
dirottati tutti gli interventi non procrastinabili, come il caso
esposto".
"L'integrazione tra le due strutture ospedaliere di Foligno e
Spoleto - sottolinea il commissario straordinario dell'azienda
Usl Umbria 2, Massimo De Fino - rappresenta una virtuosa realtà
ormai consolidata che ci permette di garantire livelli di
eccellenza nelle cure mediche. La complessa riorganizzazione dei
percorsi assistenziali, ora che ci stiamo avvicinando a grandi
passi alla fase 3, ci vedrà coinvolti in una nuova evoluzione,
dove questa sinergia tra i due presidi ospedalieri e la
collaborazione tra sanitari assumerà sempre più un ruolo
centrale e decisivo per assicurare ai nostri assistiti cure
efficaci, di qualità e sicure". (ANSA).