(ANSA) - PERUGIA, 03 APR - "Preoccupazione per la condizione
in cui si trovano ad operare i medici di medicina generale
dell'Umbria, senza dispositivi di protezione individuale e
gravati da procedure complesse e lungaggini relative all'invio
delle ricette a pazienti e farmacie, che andrebbero in questo
momento ridotte. In tutto ciò si inserisce anche le necessità
non più rinviabile di eseguire tamponi a tutti i medici di base
e gli operatori sanitari, ormai da troppo tempo sollecitata":
così i consiglieri regionali Fabio Paparelli, Michele
Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni, Donatella Porzi (Pd),
Vincenzo Bianconi (Misto), Thomas De Luca (M5S) e Andrea Fora
(Patto civico) che hanno inviato una lettera alla presidente
della Regione, Donatella Tesei.
"In spirito di piena collaborazione istituzionale - spiegano
-, imposto in questo periodo di emergenza sanitaria, sociale ed
economica - spiegano i consiglieri di minoranza - abbiamo
rivolto alla presidente della Giunta regionale alcune
sollecitazioni relative alla condizione in cui si trovano ad
operare i medici di medicina generale, che in queste settimane
stanno svolgendo un prezioso ruolo sul territorio, per il
sistema sanitario nazionale e per noi tutti. In primo luogo,
troppe ancora le segnalazioni relative alla mancanza di
dispositivi di protezione individuale come mascherine, tute e
guanti. Quanto ai tamponi oltre alla necessità di fornire
i presidi a tutti i medici ed operatori, servirebbero esami per
tutti i pazienti sintomatici, considerando che fino a prova
contraria tutti i casi simil influenzali devono essere
considerati Covid-19, quando invece l'Umbria ha scelto la strada
delle tamponature solo in caso di contatto certo o sospetto con
caso positivo. Quindi è verosimile credere che ci siano casi
positivi non intercettati che continuano ad allargare i
contagi. I medici di medicina generale andrebbero coinvolti in
maniera ulteriore sulla scelta di chi sottoporre al tampone. I
medici di medicina generale, come il personale sanitario tutto,
avrebbero dovuto essere tra i primi destinatari di misura, per
farli lavorare in sicurezza ed evitare di trasformarli in
possibili propagatori di contagio".
"Quanto alle procedure per la prescrizione della ricetta
elettronica - sostengono ancora i consiglieri di minoranza -
chiediamo di coinvolgere e di ascoltare attivamente le
associazioni di categoria come Assofarm, Federfarma
e Fimmg che, in una comunicazione del 10 marzo, si sono messe a
disposizione con iniziative in grado di snellire l'afflusso ai
vari ambulatori, per il ritiro del cartaceo. In molte occasioni
infatti esistono medici che inviano già volontariamente per mail
il codice alla farmacia, o al paziente. La Regione, per mezzo di
una circolare del direttore Dario, parla di sms da inviare con
il codice di 15 cifre da riportare a mano nel sistema. Il tutto
risulta però decisamente insostenibile da fare. Per questo
occorrerebbe adottare strumenti e piattaforme informatizzate, in
grado di mettere in comunicazione realmente medici, clienti e
farmacie. Perché non utilizzare lo strumento che la Toscana ha
messo a disposizione gratuita di tutte le Regioni che lo
vogliono? Una piattaforma in cui il medico effettua la
prescrizione, registrandola sul proprio computer è capace di
inviare in automatico al paziente, tramite sms, il codice della
ricetta che, letto o inoltrato al farmacista, permette di avere
i farmaci richiesti, anche a domicilio".
"L'auspicio - concludono i consiglieri dei gruppi di
minoranza - è che anche l'Umbria possa adeguarsi rapidamente
alle piattaforme disponibili e ridurre i disagi per una
categoria fondamentale come quella dei medici di
base, particolarmente esposti in questo periodo. Ferma restando
la collaborazione istituzionale, è opportuno evitare lungaggini
e perdite di tempo per arginare un nemico subdolo e invisibile
come il coronavirus". (ANSA).