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Via libera Aula ad aggiornamento del Piano qualità dell'aria

Via libera Aula ad aggiornamento del Piano qualità dell'aria

Morroni, azione di risanamento Conca Ternana è in una nuova fase

PERUGIA, 20 dicembre 2022, 16:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato con voto unanime (17) l'aggiornamento del Piano regionale per la qualità dell'aria. Sull'atto, la stessa Seconda commissione, che ne ha seguito l'iter, si era espressa unitariamente dopo l'accoglimento da parte dell'assessorato di alcuni emendamenti proposti dal consigliere Thomas De Luca che inseriscono sostanzialmente nel Piano un più articolato principio di collegamento tra ambiente e salute.
    Il contenuto ed i rilievi tecnici e politici sono stati illustrati dai due relatori indicati in commissione: il presidente Valerio Mancini (maggioranza) e Thomas De Luca (minoranza).
    Mancini ha osservato che si tratta di un "documento importante perché riguarda l'ambiente e la salute dei cittadini. La versione originaria del Piano regionale per la qualità dell'aria fu approvata nel 2013. L'aggiornamento al testo è risultato necessario in relazione agli esiti della prima valutazione di impatto strategico e deliberato nel febbraio 2016 dalla Giunta regionale, sulla base dei risultati delle attività di monitoraggio sulle concentrazioni degli inquinanti condotte negli ultimi anni, anche con riferimento ai valori di Pm10 registrati in special modo nella Conca ternana, nonché sulla base degli esiti di specifici studi di caratterizzazione delle polveri elaborati da Arpa Umbria".
    "La prima valutazione intermedia di Vas del 2016 - ha ricordato Mancini - aveva già evidenziato il permanere di significative criticità nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano.
    Tali problematiche risultavano confermate anche nelle relazioni predisposte da Arpa Umbria dal 2015 al 2018, nelle quali si evidenziava il mancato rispetto dei valori limite per le concentrazioni di Pm10 con il verificarsi di situazioni di particolare criticità proprio nella Conca ternana. Nello stesso periodo, situazioni di superamento dei valori limite per le polveri si sono registrate anche nel comune di Narni, mentre in altri comuni della stessa area si sono evidenziati valori elevati delle concentrazioni di Benzo(a)pirene, derivanti dalla combustione delle biomasse, nonché alte concentrazioni di metalli associate alle emissioni prodotte dalle attività industriali. Nel dicembre 2018, la Regione Umbria ha definito con il ministro all'Ambiente ed i Comuni di Terni e Narni un Accordo di programma che si pone come obiettivo l'individuazione e l'attuazione di misure idonee a perseguire il risanamento della qualità dell'aria nella Conca ternana.
    Le azioni di risanamento individuate recepiscono, in primo luogo, gli impegni dell'Accordo e mirano a ridurre le emissioni complessive individuando come interventi prioritari quelli legati al contenimento delle emissioni causate dal traffico veicolare e dai sistemi di riscaldamento domestico, con particolare riferimento all'utilizzo delle biomasse. Vengono per questo previste specifiche misure di incentivazione, ma anche una serie di misure a carattere prescrittivo (limitazione del traffico, divieto di utilizzo dei camini tradizionali ecc.)".
    "Nel Piano è previsto un aggiornamento dei dati ambientali, che tiene conto dell'evoluzione del quadro della qualità dell'aria come emerge dalle rilevazioni e dagli studi elaborati da Arpa Umbria e alla luce dei quali si rende necessario rivedere l'elenco dei comuni inclusi nelle cosiddette 'Aree di superamento', quelle in cui permane il rischio di violazione dei limiti di ammissibilità delle concentrazioni di Pm10 e dei valori obiettivo di Benzo(a)pirene".
    Thomas De Luca ha sottolineato che "l'aggiornamento di questo Piano si è reso necessario a seguito della procedura d'infrazione dell'Unione europea che ha interessato la Regione Umbria, causata dal continuo mancato rispetto dei limiti di legge del particolato atmosferico nella Conca ternana. E dopo anni dall'apertura della procedura siamo ancora di fronte alla presenza di 40 sforamenti registrati a Maratta e al sesto anno su otto di superamento del valore obiettivo del nichel nella centralina di Prisciano. Il Piano regionale presenta profonde lacune e assenze di dati e basi scientifiche nella fase di analisi, palesi e paradossali incoerenze nella fase di valutazione e conseguentemente misure di piano che non hanno prodotto alcun risultato. Misure che hanno anche disperso ingenti quantità di risorse pubbliche che potevano essere utilizzate per la rimozione dei fattori strutturali che sono alla base della questione ambientale della Conca ternana".
    "Questo aggiornamento - ha osservato De Luca - non ha spostato assolutamente nulla in merito a queste criticità. Questo perché mentre i criteri per l'elaborazione dei piani della qualità dell'aria fissano i fattori territoriali come parte imprescindibile per la redazione del documento, la Regione Umbria ha sempre tenuto conto nelle proprie valutazioni solo ed esclusivamente dell'Inventario regionale delle emissioni.
    Parliamo di un registro con i dati relativi alle emissioni puntuali come le ciminiere delle fabbriche sommandole a delle stime sulle emissioni diffuse, il traffico o il riscaldamento domestico (caminetti e stufe)".
    "C'è stato un confronto serrato in commissione - ha detto, fra l'altro, De Luca - e con l'assessore Morroni e i tecnici dell'assessorato. Alla fine il risultato è stata una piccola parziale modifica di questo documento, ma che cambia radicalmente il paradigma di tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi. Oggi, per la prima volta, si è inserito all'interno di un atto di programmazione un principio: nelle aree inquinate come la Conca ternana devono essere garantiti controlli, screening e prevenzione secondaria per le patologie per cui esiste un'evidenza di esposizione ambientale. Quando questa attività entrerà a regime noi potremo salvare vite.
    Per la prima volta ha iniziato a sgretolarsi un approccio negazionista che per troppi anni ha bloccato la somministrazione delle politiche di risanamento ambientale"; "abbiamo difeso il divieto di potenziamento e di nuova costruzione di impianti di incenerimento e comunque di tutti gli impianti di combustione inquinanti al di sopra dei 3 Mw di potenza che utilizzino combustibili da fonti fossili solide o liquide, biomasse solide o liquide, rifiuti".
   

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