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Tesei, Covid finito per decreto ma 200 ricoverati

Tesei, Covid finito per decreto ma 200 ricoverati

Per presidente comporta "riservare posti e spendere di più"

PERUGIA, 20 dicembre 2022, 17:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La pandemia è finita per decreto ma nei nostri ospedali ci sono 200 ricoverati. Gestire il Covid dentro gli ospedali significa riservare posti e personale, spendere di più e ridurre gli spazi per gli altri malati": così la presidente della Regione Donatella Tesei intervenuta in Assemblea legislativa sul tema della sanità. In particolare la governatrice ha preso la parola durante la mozione, respinta, della minoranza sulla sanità pubblica.
    "Non si può dimenticare cosa è successo in questi tre anni - ha detto Tesei - e le responsabilità precedenti. Ci si lamenta che i buoni consigli delle opposizioni non sono stati ascoltati ma mi chiedo perché queste buone idee non sono state utilizzate quando il centrosinistra era al governo. Un governo di cui ci portiamo dietro le conseguenze. Le assunzioni, che sempre voi ci suggerite, si fanno quando servono e quando non sono stati superati i tetti di spesa. Le liste di attesa ci sono in tutte le Regioni e in Umbria c'erano anche prima del Covid, come certificato anche dall'assessore alla sanità Barberini. Nel 2019 si è insediata la mia Giunta e nel 2020 è arrivata la pandemia.
    Da allora sono state precluse le possibilità di recuperare le liste di attesa pregresse ed anche di curare le patologie ordinarie, salvo le urgenze. Abbiamo iniziato a recuperare questi due anni e mezzo ma è molto complesso".
    Secondo la presidente "la carenza di personale si registra in ogni Regione". "Facciamo i concorsi - ha aggiunto - ma non si trovano medici, che vanno nelle cooperative. Per disperazione in alcune Regioni vengono richiamati i pensionati. Al sud per avere medici al pronto soccorso devono chiamarli a 150-200 euro l'ora. Rispetto al deficit: c'era un disavanzo strutturale già prima del Covid, ripianato con poste straordinarie. L'assessore dell'Emilia Romagna ha comunicato al Governo che alle sanità regionali mancavano oltre 4 miliardi di euro. E ancora mancavano i costi della crisi energetica. Il presidente della Toscana lamenta un disavanzo di 500 milioni.
    Non è stato raggiunto un accordo sul riparto del fondo nazionale tra le Regioni perché la dotazione finanziaria non è sufficiente. Ancora oggi ci troviamo a gestire le situazioni degli appalti, che non dipendono da noi. Quando siamo arrivati noi non esisteva un progetto per l'ospedale unico di Narni-Amelia, ora invece ci sono prospettive concrete. Stiamo lavorando per dare a Terni un ospedale nuovo. L'Umbria è stata considerata una delle Regioni migliori per la gestione della pandemia e del Piano vaccinale. Abbiamo dovuto fare scelte dure, ci siamo assunti responsabilità: l'ospedale di Spoleto, prima della pandemia, aveva numeri impietosi. Il terzo polo Foligno-Spoleto è l'unico modo di ridare dignità a quella struttura. Quando siamo arrivati c'erano i Commissari nella sanità e non i direttori. Il Covid non è stata una scusa ma una dura verità, che ha bloccato modifiche e riforme. Il percorso è avviato e sarà proseguito. Sono consapevole delle zone disagiate della nostra regione. Sulla ricostruzione e sugli ospedali di Cascia e Norcia non c'era alcuna iniziativa quando siamo arrivati, oltre tre anni dopo il terremoto. Il recupero della mobilità passiva va perseguita potenziando gli ospedali di confine, che hanno maggiore capacità di attrazione. E intendiamo farlo portando qualità e professionisti in queste strutture.
    Gran parte della nostra mobilità passiva è diretta verso i luoghi in cui operano i professionisti che sono stati mandati via dall'Umbria, prima che arrivassimo noi. Sono consapevole - ha concluso Tesei - che ci sono molte cose da fare e le faremo".
   
   

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