"La pandemia è finita per decreto
ma nei nostri ospedali ci sono 200 ricoverati. Gestire il Covid
dentro gli ospedali significa riservare posti e personale,
spendere di più e ridurre gli spazi per gli altri malati": così
la presidente della Regione Donatella Tesei intervenuta in
Assemblea legislativa sul tema della sanità. In particolare la
governatrice ha preso la parola durante la mozione, respinta,
della minoranza sulla sanità pubblica.
"Non si può dimenticare cosa è successo in questi tre anni -
ha detto Tesei - e le responsabilità precedenti. Ci si lamenta
che i buoni consigli delle opposizioni non sono stati ascoltati
ma mi chiedo perché queste buone idee non sono state utilizzate
quando il centrosinistra era al governo. Un governo di cui ci
portiamo dietro le conseguenze. Le assunzioni, che sempre voi ci
suggerite, si fanno quando servono e quando non sono stati
superati i tetti di spesa. Le liste di attesa ci sono in tutte
le Regioni e in Umbria c'erano anche prima del Covid, come
certificato anche dall'assessore alla sanità Barberini. Nel 2019
si è insediata la mia Giunta e nel 2020 è arrivata la pandemia.
Da allora sono state precluse le possibilità di recuperare le
liste di attesa pregresse ed anche di curare le patologie
ordinarie, salvo le urgenze. Abbiamo iniziato a recuperare
questi due anni e mezzo ma è molto complesso".
Secondo la presidente "la carenza di personale si registra in
ogni Regione". "Facciamo i concorsi - ha aggiunto - ma non si
trovano medici, che vanno nelle cooperative. Per disperazione in
alcune Regioni vengono richiamati i pensionati. Al sud per avere
medici al pronto soccorso devono chiamarli a
150-200 euro l'ora. Rispetto al deficit: c'era un disavanzo
strutturale già prima del Covid, ripianato con poste
straordinarie. L'assessore dell'Emilia Romagna ha comunicato al
Governo che alle sanità regionali mancavano oltre 4 miliardi di
euro. E ancora mancavano i costi della crisi energetica. Il
presidente della Toscana lamenta un disavanzo di 500 milioni.
Non è stato raggiunto un accordo sul riparto del fondo nazionale
tra le Regioni perché la dotazione finanziaria non è
sufficiente. Ancora oggi ci troviamo a gestire le situazioni
degli appalti, che non dipendono da noi. Quando siamo arrivati
noi non esisteva un progetto per l'ospedale unico di
Narni-Amelia, ora invece ci sono prospettive concrete. Stiamo
lavorando per dare a Terni un ospedale nuovo. L'Umbria è stata
considerata una delle Regioni migliori per la gestione della
pandemia e del Piano vaccinale. Abbiamo dovuto fare scelte dure,
ci siamo assunti responsabilità: l'ospedale di Spoleto, prima
della pandemia, aveva numeri impietosi. Il terzo polo
Foligno-Spoleto è l'unico modo di ridare dignità a quella
struttura. Quando siamo arrivati c'erano i Commissari nella
sanità e non i direttori. Il Covid non è stata una scusa ma una
dura verità, che ha bloccato modifiche e riforme. Il percorso è
avviato e sarà proseguito. Sono consapevole delle zone disagiate
della nostra regione. Sulla ricostruzione e sugli ospedali di
Cascia e Norcia non c'era alcuna iniziativa quando siamo
arrivati, oltre tre anni dopo il terremoto. Il recupero della
mobilità passiva va perseguita potenziando gli ospedali di
confine, che hanno maggiore capacità di attrazione. E intendiamo
farlo portando qualità e professionisti in queste strutture.
Gran parte della nostra mobilità passiva è diretta verso i
luoghi in cui operano i professionisti che sono stati mandati
via dall'Umbria, prima che arrivassimo noi. Sono consapevole -
ha concluso Tesei - che ci sono molte cose da fare e le faremo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA