Un team di ricerca guidato da
Eurac Research ha concluso il progetto "Living Intangible
Cultural Heritage", che ha raccolto pratiche ed esempi di
patrimonio vivente ai confini tra Italia e Svizzera e richiama
l'attenzione sul potenziale di questo prezioso patrimonio.
Una delle ultime tre tessiture a mano della Svizzera era
sull'orlo del fallimento, ma è riuscita a risollevarsi, ha
rivisto la propria gamma di prodotti e le strategie di marketing
e ora riesce a offrire agli abitanti della Val Müstair, segnata
dall'emigrazione, una prospettiva di lavoro di qualità. La pera
Pala dell'Alta Val Venosta, un tempo alimento base, oggi -
conosciuta e apprezzata in forma essiccata, distillata come
acquavite o usata per fare il pane - unisce ancora diversi
gruppi della valle nell'interesse per la secolare varietà e allo
stesso tempo crea identità locale. Questi sono solo due dei 25
esempi di patrimonio culturale vivente raccolti dal team di
ricerca.
Per le persone stesse che conservano e tramandano conoscenze
secolari e pratiche tradizionali, si tratta di una "semplice"
parte della loro vita quotidiana, come racconta Ricarda Schmidt
di Eurac Research, responsabile del progetto. "Nessuno ha ancora
detto loro che quello che fanno è parte del patrimonio culturale
vivente per la cui conservazione e trasmissione c'è, o dovrebbe
esserci, un interesse da parte della società nel suo complesso",
afferma Schmidt. È qui che entra in gioco il progetto: una
mostra itinerante che ritrae 26 "custodi di ricchezza" e che,
dal 15 luglio, ha fatto tappa in Val Venosta, in Svizzera e può
essere visitata in Eurac Research, in viale Druso 1, a Bolzano,
fino al 16 dicembre 2022.
La mostra ha reso visibile il patrimonio culturale vivente
della regione e ha creato le basi per un vivace scambio e per la
valorizzazione delle conoscenze, delle usanze e delle pratiche
tramandate. Oltre a Eurac Research, i partner del progetto
Interreg Italia-Svizzera "Living Intangible Cultural Heritage"
sono: Regione Lombardia, Regione Valle d'Aosta e Polo Poschiavo.
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