Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Migranti: Alpine Refugees, ricerca transfrontaliera

Migranti: Alpine Refugees, ricerca transfrontaliera

BOLZANO, 14 novembre 2019, 20:46

Redazione ANSA

ANSACheck

Le Alpi possono essere "rifugio" o "trappola" per i migranti: dipende da come sono regolamentati i flussi migratori, implementate le politiche di inclusione sociale e lavorativa, e da come è gestita l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. È questo il punto di partenza del volume "Alpine Refugees", pubblicato con il supporto di Euricse, Cantone dei Grigioni e Istituto Bab di Vienna, presentato in anteprima al Plessi Museum del Brennero alla presenza degli autori Giulia Galera (Euricse) e Andrea Membretti (Eurac Research), che con Manfred Perlik (Università di Berna) e Ingrid Machold (Bab) hanno curato il testo.
    Il volume, al quale hanno contribuito 38 appartenenti a università e centri di ricerca "alpini" riuniti dal 2015 nella rete transnazionale ForAlps - Foreign immigation in the Alps (www.foralps.eu), offre una diversa rappresentazione della questione migratoria in Europa, a partire dal ruolo degli immigrati nelle aree montane e rurali, confrontando le realtà di Austria, Italia e Svizzera. Le Alpi, è l'analisi che emerge nelle 293 pagine del testo, sono ancora terra di emigrazione ma sempre più di immigrazione, sia interna, dei "nuovi montanari", sia, in misura maggiore, internazionale, innanzitutto da Europa Orientale e Africa.
    "Gli immigrati stranieri nelle Alpi si dividono essenzialmente in "volontari" (immigrati per lavoro) e "forzati" (richiedenti asilo e rifugiati): i primi ci sono da almeno 20 anni e tengono in piedi interi sistemi produttivi locali (agro-silvo-pastorale, edilizia, turismo, ristorazione, servizi alla persona). I "montanari per forza" sono invece un fenomeno recente, meno numeroso ma che nonostante ciò attira molto di più l'attenzione mediatica. Negli ultimi tempi, la distinzione tra le due categorie tende ad essere sempre meno netta, vista la drammatica situazione di molti Paesi di provenienza dei migranti", ha spiegato Andrea Membretti (Eurac Research).
    Guardando ai numeri citati nel volume, al 1 gennaio 2017 gli stranieri residenti nelle Alpi italiane erano circa 350 mila (gli italiani oltre 4 milioni). In Trentino Alto Adige, sempre nella stessa data, c'erano più di 90 mila residenti stranieri (circa il 9% della popolazione della Regione). I richiedenti asilo e i rifugiati non fanno però parte di questo computo; calcolare il loro numero, infatti, è molto difficile. Gli autori del volume hanno fatto riferimento ai residenti in strutture Sprar e nei Cas: nel 2016 in Italia ne erano stati registrati 125 mila. Quasi la metà di questi (40%) era ospitata in aree montane alpine o appenniniche (nello specifico nell'area alpina si contavano 13.000 richiedenti asilo).
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza